Il gatto e la talpa, bestiario pirenaico

Appendice del post precedente, però non si parla di speleo. Perché sui Pirenei si trovano anche un sacco di bestie, a parte i lumaconi in ogni forma e colore. E a parte i pipistrelli arboricoli, che mica sono scemi, in grotta fa troppo freddo per eleggervi domicilio. E a parte i meravigliosi ramarri di design, gialli e neri, che Koris non incontra mai quando è dotata di macchina fotografica. Che poi ci si lamentava che il gruppo degli speleologi pseudo-Parigini riceveva visite da serpenti e noi invece no, quando le cose sono andate diversamente.

Era l’ultimo giorno del campo speleo, le grotte erano state svuotate del materiale, le tute e la ferraglia era stata lavata e aspettava di asciugare alla luce di un insolito sole. Koris stava vegetando dietro al computer in attesa della cena quando ha sentito un “miao”, uno di quei “miao” così ben scanditi da sembrare finto; sulle prime ha pensato fosse il solito infante scassapalle e non vi ha dato importanza. Il “miao” si è fatto insistente, proveniente dalla pendio che separa il campeggio dalla strada, perché sui Pirenei non spiana mai. Dalla strada un ragazzetto stava scrutando i rovi del pendio, alla ricerca di qualcosa. Koris si è avvicinata.

“C’è un gattino ma non riesco a prenderlo!”

Questo cambiava tutto nella scala di priorità di Koris: umani no, felini sì. Ha quindi dato inizio a una manovra di accerchiamento per cercare di recuperare il micio fra felci e rovi. Essendo il felino una bestia infingarda, a ogni passo in avanti ne faceva uno di lato per sfuggire alla tenaglia, tan’è che Koris si è chiesta se fosse davvero in pericolo o se stesse soltanto coglionando i due bipedi che si arrabbattavano sul pendio. Intanto seguitava col suo “miao” da povero gattino disperato e in preda ai peggiori supplizi. Talmente disperato che quando si era vicini a prenderlo e portarlo in luogo meno impervio, il micro-micio si è ficcato in un buco fra le rocce, esibendosi in espressioni feroci da tigre bonsai con tanto di terribili soffi. Nessuno ha più osato avvicinarsi.

“Ci vogliono dei guanti, nessuno ha dei guanti?”

Si dà il caso che la speleologia nei Pirenei, a cinque allegri e umidi gradi, richieda guanti a manicotto spessi e lunghi fino al gomito. Ottimi per la grotta e perfetti per acciuffare felini riottosi. Koris ha ficcato le mani guantate nel buco, dove il mini-gatto ha cercati di mordere e graffiare, una furia da taschino, insomma. “Senti, sei mezz’etto di gatto sdentato, vedi di fare poco il minchione” gli ha detto Koris, così, in italiano. Afferrato per la collottola, il micio riottoso ha fatto buon viso a cattiva sorte, rivelandosi essere una microscopica palla di pelo bianca e rossa con gli occhi azzurri.

“Lei ci sa fare, è veterinaria?”
“Per nulla, ma ho avuto dei gatti stronzi”

Il mini-gatto, giunto a più miti consigli, è stato consegnato ai gestori del campeggio, in vista di un’adozione possibile o di un ritorno ai proprietari. Nel mentre, al campo base, ‘thieu si aggirava terrorizzato ripetendo fra sé e sé “ecco, ora ci tocca tornare a Marsiglia col gatto” (non ancora).

Per quanto riguarda la seconda bestiola del post, si materializzata a suo modo molto prima del gatto. Fin dal primo giorno Koris ha visto il pavimento della tenda animarsi, soprattutto in corrispondenza del sacchetto con la biancheria sporca. Appurato di non essere matta e che i panni non stavano mettendo le zampe, ha cercato di persuadersi che si trattasse di insetti. Il ritrovamento di svariati grillotalpa sembrava confermare questo sospetto. Anche se una sera Koris ha sentito una cosa passare fra il pavimento della tenda e il suo piede ed era davvero troppo grosso per essere un insetto. Forse stavano arrivando i vermi delle sabbie o i Tremors e il campo speleo stava per trasformarsi in un filmaccio anni ’90.

L’ultimo giorno si è smontata la mega-tenda, detta anche il palazzo d’estate. Koris stava passando la mini-ramazza quando, in corrispondenza della camera, ha trovato un buco sul telo di ben dieci centimetri, con segni di rosicchiamento. Un’opera maestosa per un insetto, troppo stretto per un vermone sotterraneo di Dune, ma perfetto per un roditore.

“‘thieu, una bestia di merda ci ha mangiato la tenda!”

‘thieu ha cercato di incollare una toppa sul buco, per cercare di riportare a casa una tenda integra. La toppa stessa ha iniziato a muoversi. Onde scongiurare qualunque attività paranormale, Koris e ‘thieu hanno deciso di sollevare la tenda e sorpresa: una rete di cunicoli in pieno stile dungeon ha fatto la sua comparsa, proprio sotto la parte camera. Nel dungeon, una specie di topastro grigio-marrone da qui in poi identificato come “la fottuta talpa” (stando a ‘thieu trattasi di un “mulot“, che è più un muride che una talpa, ma qui andiamo per il facile). La bestiola ha guardato i due disfare il suo opus maximum delle ultime due settimane, ha avuto un attimo di sbandamento e quindi ha cercato di infilarsi di nuovo nella tenda, all’urlo di “esproprio roditor-proletario”. Immaginatevi la scena: ‘thieu e Koris con una tenda per quattro smontata e fradicia (per non farsi mancare niente) fra le mani, la talpa squatter dentro l’ammasso di teli intenzionata a restarci.

“Senti, sticazzi, peggio per lei, la recuperiamo mummificata al prossimo uso della tenda”
“Ma sei matta? Questa ci mangia tutto per cercare di uscire”

Da provetto speleologo ‘thieu si è buttato dentro la tenda smontata per cercare di trovare la fottuta talpa squatter, senza successo. Koris ha osservato questo ammasso di tela verde e bianca sotto cui si rincorrevano un uomo di non trascurabili dimensioni e un roditore, incerta se ridere o piangere. ‘thieu è riemerso sconfitto.

“Rigiriamo la tenda”
“Ma smerdiamo tutt…”
“Non ci sono altre soluzioni”

Due umani intenti a rivoltare come un calzino una tenda fradicia per quattro persone, piena di tasche, pieghe e controteli. In base a non si sa quale circostanza fortuita, la fottuta talpa squatter è finita fra le capienti mani di ‘thieu, che la ha afferrata per la coda e fatta volare altrove. Rassicuriamo gli amici degli animali dicendo che la bestiola non pare aver ricevuto danno, è stata vista allontanarsi dai luoghi squittendo “non ci avrete mai come volete voi”.

Koris ha passato il viaggio di ritorno dicendo che se avessero adottato il micro-gatto, la fottuta talpa squatter non avrebbe più rimesso il muso dentro la tenda per il terrore, questione di occupazione della nicchia ecologica. ‘thieu al contrario sosteneva che, data la stazza del micro-gatto, la fottuta talpa squatter se ne sarebbe sbattuta le palle del felino predatore, essendo la nicchia ecologica abbastanza larga per entrambi. Fine del bestiario pirenaico, aspettiamo trepidanti di scoprire quali altre avventure bestiali riserverà il futuro.

Frase motivazionale per la fottuta talpa squatter

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4 thoughts on “Il gatto e la talpa, bestiario pirenaico

  1. Lucy the Wombat 17 agosto 2021 alle 19:14 Reply

    I tuoi post sono sempre appassionanti 😄💜

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    • yaxara 17 agosto 2021 alle 19:36 Reply

      Ma infatti io sono convinta che certe cose non succedano alle persone normali. E nemmeno alle talpe normali.

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  2. delilahdevore 19 agosto 2021 alle 11:19 Reply

    Speravo proprio che avessi adottato il mini gatto!!! Un abbraccio, talpe a parte spero tu stia passando un’estate fenomenale 🙂

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    • yaxara 19 agosto 2021 alle 16:48 Reply

      Non sai quanto avrei voluto tenermi il mini-gatto!

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