Manca poco più di un mese alla partenza per il paese delle grotte e dell’umidità, ovvero i Pirenei Atlantici (e Koris dovrà farsi il viaggio da sola in treno perché quel mostro senza quore di ‘thieu parte una settimana prima, kondividi se 6 indinnniato). Questo mese sarà lunghissimo perché Koris si è un pochino rotta gli zebedei di lavorare e invoca eventi tanto improbabili quanto sconnessi, fra cui le baby pensioni, l’allterta meteo, le cimici, le cavallette, insomma qualunque pretesto per quello che Junior chiama lo “stattiacasa”. Ci sarebbe lo smartuorchi, ma poi i capi piangono perché non fai legame sociale e non fai circolare il coviddi.
Capo Giuseppi torna a far danni. Sorvoliamo sulle sue capacità di management pari alle doti culinarie di Koris. Avendo egli traslocato in un altro edificio, ci si era illusi che la relazione a distanza sarebbe stata sufficiente a farlo sparire dai radar, troppo intento a leccare natiche più in alto delle sue. Invece s’è fatto vivo via mail scrivendo a Kori e a una collega “c’è un seminario sullo tzutzurundura, ci andate?”. Gli si è risposto che prima di prendere decisioni sarebbe carino cosa sia uno tzutzurundura, ma Capo Giuseppi è un uomo a cui non si deve chiedere mai: “se ci andate lo scoprite, ditemi se partecipate”. Si precetta un terzo collega che ne sa un filo di più, Koris si azzarda a rispondere “se rientra nelle mie mansioni ci vado”. “Tanto avevo già comunicato agli organizzatori che ci andate” è la risposta di Capo Giuseppi. Koris, già su di giri per gli scambi precedenti, ha avuto una gran voglia di cercare un ferro arrugginito, arroventarlo e andare a ricamare a punto croce “stronzo” sul duodeno di Capo Giuseppi. E anche scrivere messaggi sconclusionati post-serata alcolica del calibro “mi manki torniamo axieme risp è urg” al suo ex-Capo, se questo non fosse fuggito il luoghi atroci dell’Ile-de-France.
In questi giorni il laboratorio è semi-deserto perché nonostante i grandi sforzi di tutti per ignorarlo, il coviddi è ancora fra noi. La settimana scorsa pareva un’ottima idea ammassare venti persone in una stanza per seguire un training via Skype, tenuto a Parigi. Koris rispose che piuttosto che piombarsi in una sala a guardare uno schermo per otto ore e per tre giorni si sarebbe fatta lo scrub facciale con la lima da falegname (e ci avrebbe guadagnato in estetica); Skype per Skype, tanto valeva restarsene in ufficio. Scontata come il reggaeton dell’estate, appena finito il traning è giunta la mail “Tizio è positivo, siete tutti potenzialmente infetti” a cui Koris ha risposto col gesto dell’ombrello. Un altro grande trionfo per il team dei sociopatici.
Il trasloco di uffici che doveva essere a metà maggio sarà in realtà il sette luglio con un ritardo degno di Trenitalia, ci scusiamo per il disagio. L’ultima scusa accampata dalla direzione era “nei nuovi uffici ci sono i ratti”, quindi non si sa se sia in corso una deratizzazione o se invece del trasloco bisogna avviarsi in processione urlando “Penitentia agite!” al fine di scongiurare la peste. A Koris urta moltissimo dover lasciare il suo ufficio, ormai divenuta un tempio di solitudine e silenzio, per doversi trasferire con un non meglio identificato stagista. E quest’annno la pazienza con gli stagisti è a zero, visto che hanno l’intelligenza media di un gasteropode.
La verità è che Koris un po’ si annoia. Sempre grazie alle grandi doti da manager di cui sopra, Capo Giuseppi le ha tolto due progetti su quattro (i due di cui le fregava qualcosa, ça va sans dire) a vantaggio di un terzo con la startup della fuffa… che non si è mai fatta viva. Nessuno è più sorpreso, nessuno è più basito. Sia chiaro, non siamo a livello di Neutroni Porcelloni dove altro al “ma che me frega di ‘sta roba” c’erano l’urgenza, la disorganizzazione totale, i ricatti e gli insulti a vuoto (e 150 km al giorno in macchina per tre ore di ingorghi). Koris ha raggiunto una certa atarassia lavorativa perché alla fine non è solo il lavoro a definire una persona, tuttavia si aspettava di meglio. Non è escluso che si torni ad ordire grandi congiure e che Toranaga esca dall’armadio con la naftalina.
Messo il tag:beh, capo giuseppoi, laboratorio
L’insoddisfazione lavorativa. Ce qualcuno che davvero se n’è mai liberato? In otto anni ho cambiato quattro aziende sperando sempre di aver svoltato, per scoprire poi che la svolta era a U.
Eppure non imparo mai…
Sii forte.
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Siamo incontentabili, oh.
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