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Riflessioni di una (ex?) discesista

Koris discende da una famiglia di sciatori per parte di Amperodattilo. Non che U Babbu non scii, ma ci sarebbe da scrivere un lungo post in materia, magari un post duplice… vabbè, non perdiamo il filo. Senza tanti complimenti, l’Amperodattilo ha piazzato Koris sugli sci ben prima dell’età della ragione, ma si era sempre trattato di sci da discesa (sì, all’epoca in cui un nanerottolo di un metro e cinquanta sciava con due pali della luce ai piedi). Per quanto riguarda altre forme di sci erano sempre passati i seguenti messaggi:
“Chi fa sci alpinismo si ammazza”
“Il fondo è una cosa noiosa per vecchietti che passeggiano in tondo, e poi è tutto piatto”
Koris non ha (ancora) esperienza per smentire la prima; per quanto riguarda la seconda, l’unico commento fattibile è: col cazzo.
Iniziamo subito col dire che ‘thieu tanto buono, tanto bello, ma era convinto che Koris non sarebbe uscita viva dalla prima ora di skating. E invece anni e anni di rollerblade hanno dato i loro frutti, Koris non solo è rimasta in piedi, ma è anche andata piuttosto spedita per una pista blu, senza spiaccicarsi a terra nemmeno una volta.
Quindi ‘thieu ha optato per portare Koris su 5.6 km di pista rossa con 300 metri di dislivello per il primo pomeriggio, optando per una tranquillissima 16 km con 400 metri il secondo giorno.
Koris è sopravvissuta senza sputare organi interni di fondamentale importanza, in compenso ha male a muscoli che non sapeva di avere. Però è contenta, un po’ perché Koris in montagna è difficile che sia scontenta (ma non impossibile). Ma anche perché Koris cercava di qualcosa di diverso dallo sci di discesa per due fondamentali ragioni:

  1. Le ultime due volte che è andata a sciare era assieme al SonnoDellaRagione che ha fatto… beh, ha fatto se stesso. Incapace del “vivi e lascia vivere”, ha spannocchiato lo spannocchiabile a Koris con “sei lenta”, “guarda che sci vecchi che hai”, “che stile vecchio che hai quando scii”, “io sono molto più freestyle, yeah, tu sei una vecchia carretta”. La penultima volta fu talmente disastrosa che Koris dovette recuperare tutto il suo amore per lo sci rimasto per tentare un’ultima volta. E qui potremmo anche dire che forse era colpa della compagnia scellerata, visto che andare a comprare il pane col SonnoDellaRagione poteva essere uno spannocchiamento di palle.
  2. Da qualche tempo (forse da quando ha iniziato a invecchiare), Koris ha notato che le stazioni sciistiche non corrispondono al suo modo di “vivere” la montagna. Insomma, da qualche anno più che essere attorno ai 2000 metri pare di stare a Disneyland o a Riccione in agosto. Si vede divertimento, senza alcun rispetto per l’ambiente circostante o per chi lo frequenta. Quello che importa è solo più entertainement, più velocità, più fruizione. Che significa più gente che fa n’importe quoi sulle piste, più code agli impianti, più casino in genere e più incidenti. A Koris questo genere di “montagna” comincia a non andare più giù.

Koris, ma in particolare le sue cosce, hanno scoperto che il fondo può anche salire. E salire un sacco. E che una volta che si è in cima, esserci arrivati con le proprie zampe (che urlano) fa tutto un altro effetto rispetto all’aver poggiato il culo su una seggiovia. Suona come la giusta ricompensa per quei sedici litri di sudore espulsi quando fuori faceva -10. Ciò detto, scendere con gli da fondo, privi di lamine e quindi refrattari a qualunque controllo, equivale ad avere sprezzo del pericolo. Cosa che Koris non ha e si è pertanto piazzata a spazzaneve largo come quando aveva cinque anni. Non si è spiaccicata e anche questo è un grandissimo risultato. Certo, la mancanza delle lamine si sente un po’, soprattutto quando erano solo quei 25 anni che sciavi di lamine.
Comunque è finita che a zampettare nel bosco senza troppa gente attorno (e soprattutto senza snowboard nelle vicinanze), Koris si è anche divertita. Forse sarà che è troppo adattabile e si fa piacere tutto.
Ad ogni modo, prossima fermata: iniziazione di sci alpinismo. A seguire, foto di quello che si è portato dietro la reflex, se no lo zaino non era abbastanza pesante.

Crevoux

Nuovo e vecchio mondo

“Dobbiamo ritagliarci il tempo per fare un po’ di fisica, se no qui ci suicidiamo” ha annunciato il capogruppo, un Italiano con un sacco di cose da fare e l’agenda piena da troppi meeting.
Mentre il Replicante continua a sgnignazzare e a ripetere “vedremo”, Koris fa una rapida carrellata di cose belle che si sono viste in questi giorni.
Gente che fa il suo lavoro e crede in quello che fa, non (solo) per soldi.
Parlare tre lingue in un giorno, a seconda di chi.
Il Polacco (o Russo, non si è ancora capito bene) che ha ritrovato per caso una Koris smarrita per portarla alla dimostrazione del primo sistema di acquisizione dati installato. Non che Koris si fosse persa per imbranataggine, ma doveva essere accompagnata da un Inglese che è stato sequestrato dal capo supremo (un altro Inglese).
Usare il cervello per davvero. Questa a Koris costerà carissima, e già lo sa. Anzi, quando usi il cervello succedono cose incredibili. Per esempio, la saga della macchina va avanti. Proprio mentre Koris stava trovando la chiave di volta di una sorta gioco del lupo-capra-cavolo (ma con l’uranio), è suonato il telefono. Numero sconosciuto.
“Ciao, sono il Commerciale Coglionazzo!”
“E allora? Mi chiami per dirmi che hai trovato la macchina?”
“Sì!”
Roba da matti!
“… cioè, no!”
Ah, ecco, sembrava strano.
“… chiamo per sapere come stai”
Koris, non rispondere “meglio prima, ovvero prima che mi chiamassi”.
“Cioè, se hanno avuto il tempo di darti un computer, un ufficio…”
“Sai che voi non avete voluto smollarmi il Lenovo con i3 e un banco di ram bruciata? Bene, qui era pronto prima che arrivassi. Ma smetti di coglionarmi, per la macchina?”
“Ah, non so, ti chiamo mercoledì”
“Scusa, mi hai chiamato per dirmi che mi avresti chiamato?”
“Beh, sì”
Ma ha un’età cerebrale di ottant’anni? C’è una logica dietro a tutto ciò? Perché a Koris sfugge.
“Della macchina non ho avuto tempo di occuparmi, sai com’è, sono così occupato…”
“Pure io, per cui vediamo di finirla in fretta”
“Ma lunedì parlo con ViceCapoStronzo e vedo se possiamo fare qualcosa. Poi ti cerco il parcheggio…”
“No, tu non cerchi un cazzo. Prendi il link che ti ho mandato e prenoti quello”
“Ah, sì, sì, certo! E poi veniamo a trovarti, appena possiamo, con Binomio”
Koris, non rispondere “ma anche no”. E non rispondere nemmeno “per voi ho da fare di qui alla fine dei tempi”.
Insomma, la saga resta aperta. Fra lo spostamento di una camera a fissione e l’integrazione dei rivelatori nella camera a vuoto.

P.S. Dopo “neutrini malandrini”, habemus la categoria “neutroni porcelloni”. Ce la siamo meritata.

Il mese del cartone

Ogni mese ha i suoi frutti. O almeno, così ci insegnò l’Amperodattilo che da bravo reperto del Cenozoico non abituato alla consumazione moderna allevò la prole secondo il dettame “i pomodori a gennaio sono contro natura”.
Comunque, non divaghiamo.
Se settembre 2011 fu il mese dei fichi, che quest’anno sono indietro come i gamberi e mortaccialloro (Koris è in grado di svaligiare un albero di fichi senza problema alcuno), settembre 2012 promette un frutto speciale: il cartone.
Ci saranno cartoni ovunque. Magari fossero cartoni pieni di fichi, ma spes ultima dea. Del resto non è ancora detta l’ultima parola. Dopo questo assaggio di autunno che ha reso necessaria un’incursione notturna della coperta il 31 agosto (il 31 agosto! Ma ci rendiamo conto?! Ma dove siamo, a Briga?!), il sole pare essersi accorto che abbiamo ancora due settimane di estate contrattuale. E un autunno mite. Siamo a Marseille, che cavolo.
Altra divagazione. Koris promette di smettere con le parentesi inutili, ma non sarà facile.
La notizia minor è che Koris cambia ufficio. Si disfa definitivamente dei sinici CallCenter e PuzzaCheAmmorba per spostarsi assieme al collega ex-stronzo C., che se non altro arrampica e si lava. Ora, Koris aveva messo le grinfie su tutt’altro ufficio, ma quando sei dottorando e ti collochi alla base della catena alimentare accademica, basta un nulla e due mesi di cospirazione crollano come un castello di carte. Verrà un giorno in cui il mondo sarà ai piedi di Koris, ma si direbbe che quel giorno debba ancora venire. E pare che sul calendario non faccia parte del mese del cartone. Ma la pazienza è la virtù dei forti. O dei pigri.
La notizia maior è ancora secretata alla voce “certezze al 95%” e come tale ricade nella casistica del “non dire gatto se non l’hai nel sacco”. E di gatti che escono dal sacco all’ultimo momento se ne sono visti parecchi. Non gatta Spin, che in quanto gatto di un metro quadro ha alcune difficoltà con le fughe lampo.
Ordunque per la notizia maior ci sarà da attendere domani. O giovedì. O il giorno in cui Koris finalmente realizzerà che non sta delirando.