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Citoyenne

La naturalizzazione francese fa parte delle cose di cui Koris si è dimenticata per un po’ più di un anno. A dire il vero se l’era già dimenticato prima del colloquio, tant’è che quando era stata contattata dalla prefettura Koris si aspettava di dover passare sedici anni in Cayenna. Col vairus poi ciao proprio con annessi bacioni, i documenti che dovevano fare la spola fra Marsiglia e Parigi erano probabilmente rimasti intrappolati in un limbo spaziotemporale alle poste, sparpagliati fra un ministero degli esteri e uno dei interni, in ogni caso troppo occupati a far fronte alla pandemia. Koris ci aveva messo una sorta di pietra sopra, aspettandosi di avere notizie in tempi biblici. O di non averne affatto.

Però il mistero sospeso agiva a mo’ di prurito sul Koris inconscio, non proprio tormentandolo, ma solleticandolo a intervalli regolari. Di solito la domanda si ripresentava ogni volta che Koris non trovava nulla nella posta.

L’altro giorno Koris ha deciso di essersi stufata di aspettare la lettera-Godot che non arriva oggi ma domani sicuro, e ha mandato una mail non proprio conciliante alla prefettura. In soldoni: si può sapere qualcosa della mia domanda di naturalizzazione o fa parte dei misteri goduriosi?

Risposta automatica, dritta, sicura: “La prefettura di Marsiglia s’è rotta le palle di rispondere alla gente, quindi non disturbatevi a chiamare. Se sono già passati diciotto mesi fra il colloquio e non avete avuto notizie, ricontattateci che se ci svegliamo magari rispondiamo. O magari no, chi può dirlo”

Bestemmia automatica, dritta, sicura. Che mica è possibile scrivere cose simili, signora mia. Per altro chi si deve contattare se non rispondono mai? Misteri della fede, odio generico, pensieri edificanti come “ma io mi sposo una vecchia ricca ereditiera di Rennes e vaffanculo, mi faccio naturalizzare per matrimonio”.

Passa circa un quarto d’ora di riflessioni poco europeistiche con tendenze salviniche, quando arriva la seconda dalla mail prefettura, questa volta non automatica: “Lei è francese dal 14 agosto, ma non ci chieda il numero del decreto che ci pesa il culo. Comunque ci vogliono altri sei mesi per i documenti dello stato civile. Ah, col vairus non si fanno cerimonie di sorta”

Koris inarca un sopracciglio. Com’è nessuno le ha detto niente, né per lettera, né per piccione viaggiatore… nulla, insomma. E se fosse una bufala? E se si fossero sbagliati? E se il governo ci nasconde le cose xké nn cielo dicono?!

La ricerca è stata ostica, ché Koris non capisce una fava di diritto già in italiano, in francese non è fattibile. Commento di ‘thieu: “se non sei giurista, non pretendere di trovare il decreto, il loro sito è incomprensibile”. Eppure Koris lo ha trovato. Si è guadagnata un posto premium nel girone dei bestemmiatori, ma lo ha trovato. Ed effettivamente, fra le decine e decine di nomi naturalizzati, c’è anche il suo. Firmato poco prima che il ministro se la svignasse in vacanza, che anche lui aveva poca sbatta.

Insomma, per farla corta, Koris è ora anche cittadina francese. Quindi può smettere di nettarsi le terga e iniziare a mangiare pâtes bolo cotte venti minuti e condite con sugo industriale freddo. Per le rane invece ci stiamo ancora attrezzando.

froggy

Qualcosa del genere

P.S. (o anche scena post titoli di coda). Mamma di ‘thieu al telefono:
“Ma quindi ora deve imparare la Marsigliese a memoria?”
“Mamman, quella della marsigliese conosce tutte le strofe si usavano durante la Rivoluzione, non fomentarla”