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Lamentopost per piattura

Koris voleva scrivere un post sull’Aliena campagnola e sui grands-parents che hanno finalmente deciso di considerarla, poi però si è detta che c’è altro oltre all’Aliena. Nonostante l’Aliena sia una grossa fetta della Koris-vita, un’ingombrante fetta di 70 centimetri. Poi magari un giorno scopriremo perché i figli degli altri a un anno sono slanciati elfi Noldor di due metri, danzano la gavotta e recitano Shakespeare in Klingon, mentre Aliena è un topastro semi-bipede taglia 6-9 mesi che urla “vavva!” nei momenti di maggiore ispirazione. Ma questa è un’altra storia.

Koris da un po’ non sa rispondere alla domanda “come va?”, le viene comodo che in francese la gente chiede “ça va?” come riempitivo e non sta davvero ad ascoltare la risposta. Non è che le cose vadano male, perché andar male è tutt’altra cosa. Le cose vanno e basta, senza infamia e senza lode, e forse questa piattura sta iniziando a pesare (che Koris non tolleri le piatture è cosa nota dal senso di disgusto che la attanagliava durante la tratta ferroviaria nella bassa Padana, quando dalle nebbie emergeva il cartello Broni-Stradella).

Parlare di quello che (non) succede in laboratorio sarebbe un copia-incolla degli ultimi post. Ci sarebbero i colloqui annuali per fare il punto sulle carriere, ma Capo Giuseppi finge che Koris non esista. Koris lo aspetta al varco perché ha un cahier des doleances così lungo che a confronto il Silmarillion è la brochure della sagra della lumaca di Pizzobarbuto (esiste Pizzobarbuto? Non abbiamo voglia di googlare). La situazione è in stallo, con ratto-Giuseppi che scappa a nascondersi in ogni buco e Koris-gatto che affila gli artigli. Che poi sarebbe così semplice, basterebbe essere onesti e dirsi “tu non sai cosa fare di me, io qui non mi trovo, mettimi in mobilità e fingiamo di non esserci mai conosciuti”, però la franchezza da queste parti è considerata alla pari dell’impetigine.

Sul tirocinante stendiamo un velo pietoso: Koris se ne lamenta già abbastanza sul fu-tuidder e ormai l’unica cosa da fare è aspettare settembre e la fine del tirocinio. Non che questo giovinotto abbruttito giovi al Koris-umore, perché c’era giusto bisogno di una nuova fonte di dubbio “e se fosse colpa mia che non lo seguo adeguatamente?”. Poi Koris si ricorda che il giovin messere non legge la documentazione, non segue le consegne e ignora la differenza fra un word e un power point, e allora possiamo andare per merde. Ancora quattro mesi a settembre.

Koris cerca soddisfazioni minime almeno nel mondo letterario, che equivale a buttarsi ignudi in una fossa di vipere. Va detto che con un racconto pubblicato e un altro che uscirà a breve si potrebbe urlare “Koris, datti pace!”, ma Koris non si dà pace per definizione. Il malloppo è stato mandato a editori diversi e avariati, da cui si riceve per lo più silenzio stampa (Koris, lo sai che il malloppo sono tre tomi da 300 pagine, vero? Mica si leggono al gabinetto… cioè sì, ma magari per finirli in due giorni ci vuole un’influenza intestinale). Koris è frettolina e vorrebbe sapere subito immediatamente ora, l’attesa la logora e inizia a fare piani per il self publishing perché è stato deciso che il malloppo deve uscire. “Star coso” è stato lanciato a un NotoPremioLetterario senza alcuna convinzione, non passerà la selezione preliminare ma rispetto agli incipit che Koris ha dovuto valutare almeno ha i congiuntivi a posto e non è un giallo con un contractor che torna dell’Arabia Saudita per risolvere il mistero della figlia del fornaio assassinata con un’alabarda spaziale da vichinghi alieni travestiti da mercanti d’arte alla ricerca del santo Graal (Koris sta esagerando ma nemmeno così tanto). Questo avrebbe dovuto infondere in Koris due millilitri di autostima, ma sapere che costoro hanno già pubblicato al contrario non aiuta. È un mondo difficile. Poi Koris legge che la corsa alla vendita, alla pubblicazione mainstream e ai big likes è tutto frutto della società capitalista e invece l’artista dovrebbe per lo più amare la sua arte, e per lo più è d’accordo. Solo che i suoi scritti ha per lo più una relazione complicata.

Forse Koris ha soprattutto bisogno di sparire a -400 in un postaccio umido chiamato grotta e dimenticarsi di tutta la fuffa in superficie, almeno per un po’. Magari se i Maiores prendono l’Aliena in sub-appalto ci si può pensare.

Esempio di tratta ferroviaria nei pressi di Broni-Stradella

Babysitting extra-Alieno

Possiamo dire che si sia trattato di un eccesso di zelo, una di quelle stronzate che si fanno quando un essere pseudo-umano è appena rientrato dal congedo di maternità. Quando vuoi dimostrare (per nessuna ragione logica, visto che tanto Capo Giuseppi non ci farà alcun caso) di essere ancora super-performante e gestire tutto, nonostante tu gestisca già un’Alienottola scagazzante a casa. Quindi sì, dici che prendi un tirocinante laureando per la primavera e prepari anche il bando in mezza giornata perché, lo abbiamo già detto, sei scema e vuoi dimostrare a tutti che la gravidanza non ti ha cambiato. O forse lo vuoi solo dimostrare a te stessa.

Già durante le selezioni dello stagista Koris aveva dei dubbi. Passati due candidati potabili che poi hanno detto “grazie, ma vado altrove” (e come dargli torto?), Koris si chiedeva se fossero tutti cretini. Ha cercato di insultarsi da sola perché è una mentalità del cazzo, mica siamo boomer che se ne escono con “ai miei tempi all’università Bazilla ci picchiava con le spranghe incandescenti e spegneva le sigarette sulle nostre relazioni di laboratorio”. Però insomma, quello che si dimentica, quell’altro che non riesce ad aprire il link Skype, un altro ancora che confonde rivelatore e sorgente… insomma, non c’è granché da stare allegri. Koris ne ha scelto uno meno peggio e ha all’incirca pregato perché all’ultimo momento desistesse, un po’ come quando ti invitano a uscire e speri che arrivi il contrattempo per restare a casa col gatto. Uguale.

Ma nessun contrattempo, il tirocinante è arrivato giorni fa e ormai Koris può lanciarsi in una lamentatio da vecchiaDemmerda contro le nuove generazioni. Al netto dei millemila problemi tecnini (a cui Capo Giuseppi ha reagito con la tradizionale scrollata di spalle perché sia mai gestire qualcosa), si può dire che il tirocinante abbia la uallera pesantissima, come direbbe Junior. Non è nemmeno che non abbia voglia di fare nulla, si aspetta però che i risultati cadano dagli alberi, o vengano portati dal vento, o si rivelino come fiamme ardenti sulle teste ad opera di uno Spirito Santo di passaggio (quello è più probabile che sia Koris ad aver dato fuoco ai capelli unti di Capo Giuseppi). Più una sorta di “provare ad aggirare l’ostacolo” quando gli si dice di no, atteggiamento che Koris sospetta essere figlio del coviddi ma può sbagliarsi. Dulcis in fundo: non ascolta quando Koris gli dice “fai così”, perché boh, si crede il galletto sulla monnezza, pensa di avere la verità rivelata, o forse semplicemente non ascolta e non legge. Koris pensa in loop “ai miei tempi con un atteggiamento così ti prendevano a calci in culo da Bologna fino a Nagoya”, non lo dice per non sembrare trombona.

Come già detto a Celia perché fra persone diversamente giovani ci si capisce, il problema è la mancanza di qualsiavoglia spirito di iniziativa. Che forse è stato dato in dotazione solo ai Millennials che hanno affrontato Splinder, il css e altre robe senza saperne un cazzo e imparando sul campo (il css ma anche un sacco di bestemmie nuove), o forse è proprio cambiato il paradigma. Alla minima difficoltà il tirocinante aspetta un intervento divino che tuttavia non arriva, visto che le divinità sono ancora offese per le bestemmie di cui sopra. E non si pone alcuna domanda sul senso fisico delle cose, e Koris si trova a mordersi la lingua davanti a cose del genere “non c’è l’idrogeno nella lista degli isotopi che decadono, il codice non funziona” (graziealcazzo, l’idrogeno è stabile, al netto delle seghe mentali sul decadimento del protone) oppure “ma non c’è una grande differenza fra il cesio-137 e il cesio-147, no?” (la stabilità del nuclei è un concetto dimenticato nel XX secolo, a quanto pare).

O forse è colpa di Koris che esaurisce tutta la sua pazienza con l’Aliena scopertasi party-girl e con nessuna voglia di andare a dormire, troppo occupata a saltare, arrampicare, urlare. Troppa pazienza per il bebè di casa e nessuna per quello in laboratorio, forse è questo il vero effetto dell’essere genitore, altro che performance. In questo caso Koris non si offrirà più per gestire tirocinanti fino alla maggiore età della creaturina che fra poco compie un anno.

Quella col pannolino è più autonoma del tirocinante

Montessoriano esercizio di stile

Quello che dovrebbe scrivere una mamma-blogger del XXI secolo vs la cruda realtà.

Mi sveglio presto per poter preparare la colazione a tutta la famiglia prima che alzi. Oggi è una giornata speciale, siamo sole noi due noi: ne approfitteremo per coltivare la relazione madre-figlia.

Koris si alza all’alba nonostante sia sabato per avere la speranza di poter fare colazione da sola. Speranza subito disillusa perché l’Aliena ha i sensori e vuole subito immediatamente il biberon. Per altro oggi è uno di quei giorni in cui le tocca Alienottola in solitaria, più che una giornata una maratona. Sui chiodi. Arroventati. A piedi scalzi.

Appena finito si inizia con la prima sessione di motricità libera della giornata nello spazio a lei dedicato. E il suo spazio si sta ampliando!

Inizia una sorta di giochi senza frontiere per cercare di vestirsi senza che l’Aliena, del tutto priva di qualsivoglia istinto di autoconservazione, si arrampichi si qualunque mobile subendo danni permanenti. Alla fine Koris decide che anche il gabinetto è zona baby-compatibile perché in qualche modo si deve pur pisciare, alla peggio con una quasi-unenne sui piedi.

A metà mattina decidiamo di uscire a fare provviste di verdure fresche, passando dal negozio etnico per esplorare nuovi sapori. Il cielo è nuvoloso, ma non importa: i bambini devono prendere aria tutti i giorni! La bimba ne approfitta per il primo riposino della giornata.

Non sono nemmeno le dieci, Aliena ha già rischiato l’integrità strutturale una ventina di volte, Koris decide di portarla a fare la spesa, almeno nel passeggino è legata e fa meno danno. Si spera solo che il cielo non decide di piovere proprio durante il tour de force del quartiere. Siccome la vita fa già schifo così e i capricci alieni potrebbero boicottare la preparazione del pranzo, Koris si prende dei falafel ultrafritti solo da riscaldare. Giro larghissimo per trovare il cazzo di minestrone surgelato affrontando tutte le insidie dei merdosi (lett.) marciapiedi marsigliesi, l’Aliena si addormenta solo sulla via del ritorno. Koris ne approfitta per lasciarla nella scala e portare su la spesa al terzo piano senza ascensore, un’estensione nella vita reale del gioco il lupo-la capra-il cavolo.

Eccoci al momento della pappa! Continuiamo la diversificazione alimentare giocando coi gusti e lasciando che sia la bambina a prendere da sola i pezzetti di frutta opportunamente tagliati. Ops, ha dato anche un morso alla banana intera!

Ormai è troppo tardi per mettersi a spignattare per la piccola dittatrice tascabile, Koris scongela due dosi di verdure a caso e le mischia perché non sono abbastanza. L’Aliena si rassegna al suo triste culinario destino e ingoia perché poscia più che il dolor poté il digiuno. Koris le taglia una banana a rondelle e gliela abbandona sul seggiolone perché i falafel la chiamano e anche un genitoredemmerda ha diritto al pranzo. In un momento di disattenzione Aliena dà un mozzico a due denti alla banana intera, solo per un puro caso della sorte non si soffoca con un boccone più grosso di lei.

Siccome la pioggia ci impedisce di uscire e non sembra ancora venuto il momento della nanna, ne approfittiamo per un’altra sessione di motricità libera per imparare a camminare coi nostri tempi. I suoi orizzonti non sono limitati, con un po’ di fantasia qualunque cosa può diventare un giocattolo! Dopo un po’ passiamo all’esercizio linguistico perché la bambina riconosca i suoni della sua seconda lingua madre.

L’Aliena è indemoniata, non ha nessuna intenzione di dormire e striscia per casa portandosi dietro una scatoletta di tonno (perché? Domanda inutile. Come l’ha presa? Domanda a cui è meglio non dare risposta). Fuori c’è il diluvio, quindi anche l’opzione “la riporto fuori imbavagliata sul passeggino o nello zaino” non è percorribile. Dopo un’altra pisciata con simil-gatto-umanoide sui piedi, l’Aliena passa a svuotare sistematicamente le librerie di casa, vizio che l’Amperodattilo le ha instillato per vendetta. Cerca di mangiarsi un mouse, una penna USB e solite Koris-ciabatte che sono la sua passione da mesi. A un certo punto Koris decide che quei fottuti piatti non si laveranno da soli, quindi prende l’Aliena e l’ammanetta al seggiolone in cucina. Quindi perde la dignità residua profondendosi in smorfie affinché la prole non si accorga di essere stata raggirata.

Sarebbe quasi ora di merenda, ma proprio mentre stiamo giocando e ascoltando musica… ecco che arriva il sonno! Meglio portarla nel suo lettino, il sonno dei bambini va rispettato. Ne approfitto per prendere un po’ di tempo per me e curare il mio aspetto social.

Al colmo della disperazione, Koris mette su la colonna sonora di Final Fantasy VIII sperando che l’ora della merenda arrivi in fretta. Ed ecco che la musica del Garden di Balamb (solo grandi cose culturali) sortisce il suo effetto soporifero, facendo crollare l’Aliena addormentata. Koris doveva ricordarsene prima, mortacci sua. Ora se l’Aliena fa il pisolone siamo fregati, stanotte bisognerà chiamare ziOrso che se la porti a fare il giro dei pub perché dormire manco per il cazzo. Amen, Koris la catapulta nel lettino e si mette a scrivere questo post per evitare di finire in penale.

Appena la bimba sembra avere voglia di svegliarsi, le faccio compagnia durante il risveglio. Quindi le preparo una merenda sana e nutriente, sempre stimolando la sua indipendenza. Nel mentre videochiamiamo anche i nonni lontani!

L’Aliena fa l’errore tattico di aprire un occhio, Koris la sveglia cantandole “Su su leva, alza le ciglia” fregandosene dell’atteggiamento da teenager “ancora cinque minuti”. Quindi le rifila uno yogurt ai mirtilli onestamente sopra la media per il palato di un bebè, più un biscotto sbocconcellata in conf call con l’Amperodattilo, fra una galleria sull’A6 e l’altra.

Ecco che arriva il papà! Li lascio a raccontarsi la loro giornata mentre vado a preparare una cena genuina per tutta la famiglia. Quindi verrà il momento della nanna dopo un’altra ottima giornata piena di nuove esperienze!

“Ah, sei tornato. Tiè, piglia l’Aliena” dice Koris si dirige a buttare nella pentola a pressione un sacchetto di minestrone in busta. Minestrone che verrà elargito anche ad Alienottola in barba alle raccomandazioni perché è una serata sbattimento zero. Dopodiché inizia la royal rumble di un’ora perché ormai all’Aliena del sonno non importa più nulla e Koris vorrebbe solo prendere un aereo e fuggire a Ushuaia. Oppure calarsi le sostanze delle mamme-bloggher-instagrammer del terzo millennio.

Un po’ come la dicotomia madre natura vs madre impostora

Storia di una scoreggia notturna

Ante-premessa: in realtà questo post viene da un thread du Bluesky e fu-Tuidder, ma siccome i social vanno e vengono mentre il blog (opportunamente esportato) resta, Koris ha deciso di riportarlo qui, tanto è sempre roba sua.

Premessa: l’Aliena è una pupetta di quasi 10 mesi che dorme notti complete da quando ne aveva 3, mangia qualsiasi cibo che le viene proposto, sorride sempre, non piange mai. Più che una bambina, uno spot del fertility day.

Sabato sera alle otto, orario in cui di solito è in branda, l’Aliena non voleva saperne di dormire, saltella, si lamenta, si inquieta. Boh, sarà che ci sono i nonni, saranno i denti, sarà lo scatto di crescita, sarà il rompicoglionismo che capita a tutti, sopra o sotto i dieci mesi.

Ore 22, dopo una lunga preparazione atletica a base di massaggini ed esercizi usando genitori e nonni come attrezzi da work-out, l’Aliena fa la tanto attesa cacca giornaliera si addormenta ANDIAMO A BERLINO BEPPE ma soprattutto andiamo a dormire.

Ore 00:20
“Uèèè!”
Koris si alza perché per qualche mistero uditivo genitore#1, come una buona percentuale di genitori maschi, non sente il baby phone nemmeno se lo ha attaccato all’orecchio, misteri sul cromosoma Y. Rimette il ciuccio all’Aliena che dormicchia e torna a letto…
“Uèèèè!”
La scena si ripete identica per quattro volte. Alla quarta volta Koris decide che la pupetta lo sta facendo apposta, quindi va a dormire sul letto in camera dell’Aliena. Che non fiata più, si tiene il ciuccio, ok, era una crisi di rompicoglionismo, ah pikkoli ancieli.

Ore 01:20
Pianti, urla, strepiti e lamenti. Koris prende in braccio la pargola, Aliena la piglia a ceffoni strillando, Koris cerca di cullarla ed è come stare in mezzo a un pestaggio da bar, se Aliena avesse avuto una bottiglia rotta avrebbe sfregiato volentieri genitore#2, le gioie della genitorialità. I decibell raggiungono un livello tale che nemmeno genitore#1 può ignorarli. Si sveglia anche la nonnAmper. “Che cos’ha?” chiedono perché “uNa MaMmA lO sA”, come prende il pupo in braccio consulta il log error di sistema e fa il baby-debug.
Inizia il rosario notturno del genitore di under-3:
ha la febbre? no
ha il naso chiuso? no
ha vomitato? no
ha il cagotto? no
ha manifestazioni di possessione demoniaca? può darsi. Non sai se chiamare il pediatra o l’esorcita, più probabile che risponda e ti riceva il secondo.

Ore 02:20
L’Aliena persiste nella sua disperazione urlante dopo essere stata passata di mano in mano come una sacra reliquia.
“Va avanti così da un’ora, basta, la portiamo al pronto soccorso”
Koris vorrebbe uccidersi perché voleva solo dormire, non si smentisce mai in quanto genitoredemmerda.
“Amperodattilo, tienila un minuto che vado a vestirmi”
L’Amperodattilo guarda l’Aliena.
L’Aliena guarda l’Amperodattilo. Quindi si sente una detonazione intestinal-nucleare che da Mosca Pootin manda un’offerta per comprare tale tecnologia. Seguono altri suoni simili in diminuendo, una sinfonia putrida che sembra impossibile che provenga da un culo così piccolo.

Ore 03:00
L’Aliena cerca di arrampicarsi su cassettiere, armadi, laqualunque. Gli adulti di riferimento sono un po’ sollevati dalla fine del pianto assordante, un po’ contrariati perché sono le tre. L’Aliena ogni tanto sorride lanciando puzzette, Elsa di “Frozen” che canta “Let it go” ma con le scoregge versione cinepanettone.

Ore 03:20
“Questa non c’ha niente e ora vuole solo fare casino”
“La riporto nel suo letto?”
“E ce la lasci pure se oppone resistenza”
Alienottola capisce l’aria (fetida) che tira e si riaddormenta a suon di trombette. Dell’avventura restano solo delle stanze da arieggiare e un sacco di sonno arretrato.

E la morale di questa storia è…

Mocciosi e lombrichi

Koris non ha più aggiornato il blog un po’ perché non è successo quasi niente di che, un po’ perché non ne ha la forza. Questi elementi sono in evidente contrasto fra loro, ma tant’è, ci sono eventi che non si scelgono in questa esistenza precaria e diversamente utile.

Aliena è sopravvissuta per una settimana senza danno, dopo l’esperienza del forse-virus gastrointestinale forse-sailcazzocosa dell’ultimo post. Dopodiché si è trasformata nella fabbrica del moccio; non che avesse altri effetti indesiderati, però fiumi di moccio con isole di caccole (la presenza di un baby umano non sta migliorando la qualità di questo blog). E fu allora che Koris scoprì che i creaturini di otto mesi non possono soffiarsi il naso, l’unico modo per sturarli è sparare soluzione fisiologica in ogni narice, pratica vietata dall’ONU tanto per i piccoli quanto per i grandi. Tuttavia il naso tappato ha impedito che l’Alienottola riuscisse a dormire in maniera decente e con lei i due adulti irresponsabili, ormai ridotti a due lombrichi striscianti anche senza particolari patologie.

Così Koris, che puntava su un’ultima settimana di nulla al lavoro per latitanza prolungata di Capo Giusppi, si è invece ridotta all’ultimo per preparare i bagagli per il natale italico, forse per scaramanzia che saltasse all’ultimo momento. Voleva occuparsi del suo avvenire lavorativo, tuttavia sa solo che Capo Giuseppi sta “riempiendo un file Excel per trovare cose da fare per tutti”, qualunque cosa voglia dire, quindi boh, nessuna speranza di migioramento. Koris ha altresì avuto la pessima idea di offrirsi volontaria l’ultimo giorno per aiutare a mettere a posto l’archivio del laboratorio, invece di chiudersi in ufficio a dormire. In un solo armadio c’era una quantità assurda di documenti su progetti obsoleti, dati sperimentali del ’71 con grafici tracciati su carta millimetrata, manuali d’uso di codici del 1980 che non sono stati buttati perché tanto sono sempre uguali, documenti confidenziali che “nessuno ha visto che era confidenziale, buttalo nel gabinetto”. Sono state rinvenute anche alcune testine per le macchine da scrivere, oggetti identificati solo dopo un’ora perché cosa ne sanno i millennials di modernariato.

Insomma, Koris è arrivata a Merdopoli quasi senza intoppi, ad eccezione di mezz’ora di coda e Alienottola che vomita catarro al casello dell’autostrada. Ora bisogna strisciare e scavallare Natale, poi… poi niente, si ricomincia.

Buon natale a tutti, lombrichi e non

Cacca assortita

L’Aliena ormai striscia in ogni recondito angolo della casa, a una velocità di tutto rispetto che le permette di arrivare non vista ad insidiare prese elettriche, computer, piante. In pratica un commando col pannolino. Anche Koris striscia, ma il suo strisciare assomiglia più all’arrancare del lombrico a cui hanno tagliato un pezzo. Il periodo non è semplice ma del resto a dicembre non è mai semplice, con una settemesenne per la prima volta lo è ancora di più, perché si striscia senza sapere in quale direzione e cosa si troverà dietro l’angolo (della polvere, se non c’è passato Roomba).

Capo Giuseppi forse è un elfo di Babbo Natale: è uscito dal suo letargo per ricordarci che esiste e che vuole le note tecniche. Ha fatto un tentativo di mobbing/rottura di cazzo verso Koris, Koris non lo ha mandato affanculo solo perché non era dell’umore. Capo Giuseppi è stupito che Koris abbia lavorato e fatto cose e voglia presentarle di persona, anziché lasciarle ai colleghi anziani di esperienza. Questi pseudo-giovani che rivendicano il lavoro svolta, signoramia, non c’è più religione e se c’è si tratta di satanismo. Le voci sulla futura differente geolocalizzazione di Capo Giuseppi continuano a serpeggiare, ma nel mentre niente di concreto. In tutto ciò Capo Giuseppi non decide e prende tempo, non c’è niente di definito per i progetti dell’anno scorso, c’è già chi propone di installare Baldur’s Gate sul server del laboratorio.

Per tutta la settimana Aliena è stata tormentata dal demone Bolrizohol, figura infernale della Nuova Guinea che si ritiene responsabile di fastidiose manifestazioni gastrointestinali. O forse è stato genitore#1 ad attaccarle qualcosa ramazzato in giro. O sono gli effetti collaterali di Parigi su una mini-marsigliese. Bisogna ammettere che poteva andare molto peggio e alla fine sono stati necessari solo due cambi integrali in cinque giorni, l’Aliena non ha patito più di tanto e sembra essere tornata al suo stato normale. In compenso a cena due rincoglioniti genitori hanno tenuto una lunga discussione filosofica a tema “ma tu cosa preferisci pulire, cacca o vomito?”.

La prospettiva delle vacanze fra dieci giorni dovrebbe essere sorridente, tuttavia Koris teme un po’ il tour de force fra Merdopoli e Parigi, con sballottamento di Alienottola. Per arginare questo periodo denso di cacca in ogni senso, bisognerebbe poter sparire due settimane in montagna in tre più una baby sitter di quando in quando. Ma visto che pare chiedere troppo, speriamo almeno che la tormenta di cacca sia passata; o che resti quanto meno “cacca dura senza paura”, per citare i versi immortali di U Babbu.

Sempre di cacca si tratta, però sbrilluccica

L’ennui de Giuseppì

La verità è che Koris si annoia. Almeno otto ore al giorno nei feriali, poi arriva a casa e il tempo libero subisce un crollo verticale. Ma in laboratorio si annoia come pochi. Capo Giuseppi l’ha tolta dal progetto diversamente AGILE e Koris non si dispiace per nulla perché fare e disfare le cose in continuazione non è un granché, a meno che non ti chiami Penelope. In compenso le restano due progetti, per cui la motivazione è sotto zero, non tanto a tematiche, quanto perché sembrano non avere futuro. Uno potrebbe terminarsi da un momento all’altro perché l’orizzonte degli eventi è oltre il 2035, quindi vale il “c’è tempo e chissà se andrà mai veramente in porto”; inoltre Capo Giuseppi ha spifferato di una possibile riduzione di fondi, per cui la motivazione è scesa ancora più in basso. L’altro progetto, l’unico per cui Koris sarebbe davvero qualificata, richiede di fare “qualcosa” (lett.), tanto per mostrare che siamo ancora sul pezzo, tanto è molto probabile che entro un anno si fermi tutto. Non proprio quello che Koris immaginava venendo qui.

Del futuro si ha ancora meno certezza del solito. Capo Giuseppi è passato dal Koris-ufficio a dire “sto lavorando a un progetto che ti piacerà moltissimo, ma non posso ancora dirti niente! Ma ci lavoro!”. Tuttavia questo annuncio potrebbe essere un clamoroso buco nell’acqua o una Giuseppiria a caso, tanto più che é stato lanciato a metà settembre e non c’è mai stato un seguito. Motivazione al massimo, si diceva.

C’è da dire che non si ha certezza nemmeno di Capo Giuseppi. Voci di corridoio dicono che i di lui sforzi sono stati diversamente apprezzati dalla gerarchia, quindi potrebbe essere spostato altrove, in un dorato sgabuzzino che gli convenga. Forse è per questo che Capo Giuseppi latita la maggior parte del tempo, riducendosi a una mera presenza via Skype, lasciando il laboratorio in una sorta di autogestione liceale con più scazzo e meno lezioni di yoga spiritistico. Tant’è che almeno di nome Giuseppi è ancora Capo Giuseppi e le voci sono rimaste tali. Si cerca di resistere anche se ormai viene da chiedersi “cui prodest?”.

Insomma, Koris manca del tutto di motivazione. Non è ai livelli di Neutroni Porcelloni perché tutto sommato le condizioni lavorative sono più che accettabili, senza contare che bisogna pagare i pannolini di Aliena SpruzzaPuzza, divenuti rifiuti ad alto rischio in seguito all’introduzione delle proteine nella sua dieta. Però nella Koris-vita manca qualcosa ed è la soddisfazione di non passare otto ore solo a sbrigare roba di cui non importa a nessuno. Forse un giorno le cose cambieranno, forse un giorno Koris smetterà di odiarsi per non aver mandato un cv a Neutronland quando l’occasione si era presentata (però forse adesso non ci sarebbe SpruzzaPuzza? Chi può dirlo). O forse un giorno Koris fuggirà ad allevare capre sul Causse Méjean.

L’entusiasmo di Koris negli ultimi tempi