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Montessoriano esercizio di stile

Quello che dovrebbe scrivere una mamma-blogger del XXI secolo vs la cruda realtà.

Mi sveglio presto per poter preparare la colazione a tutta la famiglia prima che alzi. Oggi è una giornata speciale, siamo sole noi due noi: ne approfitteremo per coltivare la relazione madre-figlia.

Koris si alza all’alba nonostante sia sabato per avere la speranza di poter fare colazione da sola. Speranza subito disillusa perché l’Aliena ha i sensori e vuole subito immediatamente il biberon. Per altro oggi è uno di quei giorni in cui le tocca Alienottola in solitaria, più che una giornata una maratona. Sui chiodi. Arroventati. A piedi scalzi.

Appena finito si inizia con la prima sessione di motricità libera della giornata nello spazio a lei dedicato. E il suo spazio si sta ampliando!

Inizia una sorta di giochi senza frontiere per cercare di vestirsi senza che l’Aliena, del tutto priva di qualsivoglia istinto di autoconservazione, si arrampichi si qualunque mobile subendo danni permanenti. Alla fine Koris decide che anche il gabinetto è zona baby-compatibile perché in qualche modo si deve pur pisciare, alla peggio con una quasi-unenne sui piedi.

A metà mattina decidiamo di uscire a fare provviste di verdure fresche, passando dal negozio etnico per esplorare nuovi sapori. Il cielo è nuvoloso, ma non importa: i bambini devono prendere aria tutti i giorni! La bimba ne approfitta per il primo riposino della giornata.

Non sono nemmeno le dieci, Aliena ha già rischiato l’integrità strutturale una ventina di volte, Koris decide di portarla a fare la spesa, almeno nel passeggino è legata e fa meno danno. Si spera solo che il cielo non decide di piovere proprio durante il tour de force del quartiere. Siccome la vita fa già schifo così e i capricci alieni potrebbero boicottare la preparazione del pranzo, Koris si prende dei falafel ultrafritti solo da riscaldare. Giro larghissimo per trovare il cazzo di minestrone surgelato affrontando tutte le insidie dei merdosi (lett.) marciapiedi marsigliesi, l’Aliena si addormenta solo sulla via del ritorno. Koris ne approfitta per lasciarla nella scala e portare su la spesa al terzo piano senza ascensore, un’estensione nella vita reale del gioco il lupo-la capra-il cavolo.

Eccoci al momento della pappa! Continuiamo la diversificazione alimentare giocando coi gusti e lasciando che sia la bambina a prendere da sola i pezzetti di frutta opportunamente tagliati. Ops, ha dato anche un morso alla banana intera!

Ormai è troppo tardi per mettersi a spignattare per la piccola dittatrice tascabile, Koris scongela due dosi di verdure a caso e le mischia perché non sono abbastanza. L’Aliena si rassegna al suo triste culinario destino e ingoia perché poscia più che il dolor poté il digiuno. Koris le taglia una banana a rondelle e gliela abbandona sul seggiolone perché i falafel la chiamano e anche un genitoredemmerda ha diritto al pranzo. In un momento di disattenzione Aliena dà un mozzico a due denti alla banana intera, solo per un puro caso della sorte non si soffoca con un boccone più grosso di lei.

Siccome la pioggia ci impedisce di uscire e non sembra ancora venuto il momento della nanna, ne approfittiamo per un’altra sessione di motricità libera per imparare a camminare coi nostri tempi. I suoi orizzonti non sono limitati, con un po’ di fantasia qualunque cosa può diventare un giocattolo! Dopo un po’ passiamo all’esercizio linguistico perché la bambina riconosca i suoni della sua seconda lingua madre.

L’Aliena è indemoniata, non ha nessuna intenzione di dormire e striscia per casa portandosi dietro una scatoletta di tonno (perché? Domanda inutile. Come l’ha presa? Domanda a cui è meglio non dare risposta). Fuori c’è il diluvio, quindi anche l’opzione “la riporto fuori imbavagliata sul passeggino o nello zaino” non è percorribile. Dopo un’altra pisciata con simil-gatto-umanoide sui piedi, l’Aliena passa a svuotare sistematicamente le librerie di casa, vizio che l’Amperodattilo le ha instillato per vendetta. Cerca di mangiarsi un mouse, una penna USB e solite Koris-ciabatte che sono la sua passione da mesi. A un certo punto Koris decide che quei fottuti piatti non si laveranno da soli, quindi prende l’Aliena e l’ammanetta al seggiolone in cucina. Quindi perde la dignità residua profondendosi in smorfie affinché la prole non si accorga di essere stata raggirata.

Sarebbe quasi ora di merenda, ma proprio mentre stiamo giocando e ascoltando musica… ecco che arriva il sonno! Meglio portarla nel suo lettino, il sonno dei bambini va rispettato. Ne approfitto per prendere un po’ di tempo per me e curare il mio aspetto social.

Al colmo della disperazione, Koris mette su la colonna sonora di Final Fantasy VIII sperando che l’ora della merenda arrivi in fretta. Ed ecco che la musica del Garden di Balamb (solo grandi cose culturali) sortisce il suo effetto soporifero, facendo crollare l’Aliena addormentata. Koris doveva ricordarsene prima, mortacci sua. Ora se l’Aliena fa il pisolone siamo fregati, stanotte bisognerà chiamare ziOrso che se la porti a fare il giro dei pub perché dormire manco per il cazzo. Amen, Koris la catapulta nel lettino e si mette a scrivere questo post per evitare di finire in penale.

Appena la bimba sembra avere voglia di svegliarsi, le faccio compagnia durante il risveglio. Quindi le preparo una merenda sana e nutriente, sempre stimolando la sua indipendenza. Nel mentre videochiamiamo anche i nonni lontani!

L’Aliena fa l’errore tattico di aprire un occhio, Koris la sveglia cantandole “Su su leva, alza le ciglia” fregandosene dell’atteggiamento da teenager “ancora cinque minuti”. Quindi le rifila uno yogurt ai mirtilli onestamente sopra la media per il palato di un bebè, più un biscotto sbocconcellata in conf call con l’Amperodattilo, fra una galleria sull’A6 e l’altra.

Ecco che arriva il papà! Li lascio a raccontarsi la loro giornata mentre vado a preparare una cena genuina per tutta la famiglia. Quindi verrà il momento della nanna dopo un’altra ottima giornata piena di nuove esperienze!

“Ah, sei tornato. Tiè, piglia l’Aliena” dice Koris si dirige a buttare nella pentola a pressione un sacchetto di minestrone in busta. Minestrone che verrà elargito anche ad Alienottola in barba alle raccomandazioni perché è una serata sbattimento zero. Dopodiché inizia la royal rumble di un’ora perché ormai all’Aliena del sonno non importa più nulla e Koris vorrebbe solo prendere un aereo e fuggire a Ushuaia. Oppure calarsi le sostanze delle mamme-bloggher-instagrammer del terzo millennio.

Un po’ come la dicotomia madre natura vs madre impostora

Un anno bizzarro

Inizio gennaio, quindi tempo di bilanci, bilancini ma non bilanceri che non è il momento di sollevare pesi, o almeno così dicono, poi chissà.

Koris stava per dire che dal punto di vista speleo è stato un anno demmerda, ma sarebbe quanto meno ingiusto. Vero, si poteva fare di più, come si potrebbe sempre fare di più se ci fosse un numero più interessante di week-end nell’anno, o se non ci fosse questa piaga sociale chiamata lavoro. Però è stato l’anno in cui Koris ha fatto pace una volta e per tutte coi pozzi di grandi dimensioni, che fino a non molto tempo fa la sola idea di buttarsi in tubo di 100 metri non era accollabile. Si è chiuso il cerchio del Thipau che durava da troppo tempo, anche se da qui a dire che è la Koris-grotta preferita ce ne passa. Si sono finalmente viste le grotte della Savoia, che hanno dato voglia di tornare. C’è stata un visita in una grotta davvero eccezionale che forse chissà quanti altri riusciranno a vedere, visto che si medita di chiuderla al pubblico speleo. E poi c’è stato il regalone del BB26, con i suoi tre pozzi Zio Gatto, Zio Fagiolo e Zio Maiale, la Trilogia degli Zii da 110 metri in cui nessun umano aveva mai messo piede, che ha segnato un anno fenomenale per le esplorazioni sotto i Pirenei. Certo, a metà agosto Koris meditava di passare il resto dell’anno con punte di -400 all’Aven Autrans e a fare foto nel collettore dell’Aven Lacas, in preparazione di un’invernale alla Muraglia Cinese, tuttavia ha dovuto un minimo rivedere i suoi progetti.

Il 2022 è stato l’anno della fine del periodo di prova demmerda (questo sì) e del rendersi conto che tutto sommato un lavoro può restare solo un lavoro, con la capacità di non toglierti il sonno. Anche se Capo Giuseppi è un’oloturia e ci tiene a farlo sapere, non è un Koris-problema. Ci si può incazzare, ma alla fine meh, è come incazzarsi perché piove. Koris ha peccato di viltà e ha colto l’occasione per tornare a Neutronland, ma non dispera che magari il destino… chissà, chi vivrà vedrà e nel caso fra un anno e mezzo si può sempre chiedere trasferimento ad altra unità.

Koris quest’anno ha imparato che la riproduzione è chiamata “il grande miracolo della vita” perché “alla fine anche dopo millenni non è che ci capiamo poi tanto” suonava lungo. E che, al netto di comportamenti patologici, un sacco è questione di culo. Che non saprai mai perché qualcosa va storto quando va storto, che è dura da accettare, ma non è che ci siano molte alternative, a parte consolarsi con statistiche che in realtà non consolano. Che il vecchio detto “una gravidanza quando vuole succedere, succede” forse ha un fondo di verità, visto che l’inquilino a scrocco si è presentato quando ci si stava mettendo una pietra sopra o valutando alternative. Che oh, essendo Koris ottimista per natura non è detto che vada tutto bene, ma intanto c’è un mini-umano al 51% di download (e Koris non riesce a dire se sia “di già?!” o “ma come, solo?!”, nel dubbio va a respirare in un sacchetto). Una nota sdolcinata: il primo gennaio 2022, mentre passavano sul ponte che conduce a La Cresse, ‘thieu chiedeva a Koris se nella sua famiglia “il grande miracolo della vita” si è fatto attendere; 365 giorni dopo, passando sullo stesso ponte, ha bofonchiato “forse dovremo trovare un nome a questa creatura, no?”.

Koris non è un tipo da fare propositi, anche perché solo per la prima settimana di gennaio ha abbastanza cose da fare (e zero energie per farle) da dimenticarsene prima di sabato. Dovrebbero esserci due grosse novità, con condizionale d’obbligo e crisi di panico da sopire alla meglio, ma del diman non v’è certezza. Quindi niente propositi ansiogeni di sorta. Sì, dai, sabato si fa la pizza, è un proposito accettabile.

Fiori che sparano fuochi d’artificio, perché sì

E in tutto ciò

Koris non è sparita col malloppo dopo la conferma dell’indeterminato, mandando qualcuno a timbrare il cartellino al suo posto come un truffaldino impiegato comunale. No, non si è nemmeno presentata al lavoro con giornale e settimana enigmistica, declinando ogni incarico con la scusa di essere troppo occupata. Però ci stiamo lavorando. Dovremmo forse anche trovare una blog-categoria per questa cosa, che non sia “pentole a pressione nucleare” perché è un po’ lunghetta.

E a proposito di pentoloni di uranio, in questi giorni la vita di un fisico sui social network è messa a dura prova dai neo-diplomati esperti di sicurezza nucleare. Questo non è un blog di divulgazione perché Koris non è capace, qui non si parla di situazioni geopolitiche in quanto troppo complesse da sviscerare in maniera ottimale, tuttavia Koris si sente di dire una cosa: i reattori non sono programmati per esplodere. La cricca di fisici e ingegneri non è una sorta di Umbrella Corporation con l’obiettivo di irradiare il pianeta e farcirlo con una croccante panatura di frammenti di fissione. In linea di massima sanno quello che fanno, esistono verifiche su verifiche, non si va a naso chiedendosi “signò, so’ due etti e mezzo de plutonio, che faccio, lascio? Se le avanza ci fa una testata nucleare”. Dulcis in fundo, per un numero limitato di incidenti gravi ci sono migliaia di ore di funzionamento nominale, quindi forse bisognerebbe rivedere un po’ la percezione del rischio. Fine dell’excursus che meriterebbe un post a sé con competenze che Koris non ha.

Tornando a minchioneggiare, sabato Koris ha rifatto dopo anni, secoli, millenni un pozzo di cento metri, venduto come P66 più P37. Avrebbe voluto anche armarlo, ma quando c’è troppa gente Koris si sente sotto pressione e fa stronzate (un aspetto a cui bisognerebbe lavorare). Però tutto sommato fino a due-tre anni fa sarebbe stato impensabile anche solo riuscire a motivarsi per mettere le chiappe nel pozzo, quindi possiamo considerarla una vittoria. Miracoli della tranquillità ritrovata, questa crisi dei pozzi avrebbe dovuto passare molto più rapidamente, ma quando hai già altri cazzi nella vita di tutti i giorni i problemi si ingigantiscono.

Per restare in tema, pare che Neutroni Porcelloni abbia un certo numero di “casseruole al culo”, termine francese che indica metaforica polvere ammassata sotto al tappeto e scoperta al momento sbagliato. Si parla di management del terrore, mobbing, umiliazioni e gente spremuta fino all’ultima goccia. Niente che Koris non sappia già o che non abbia sperimentato sulla propria pellaccia, ma leggerlo nero su bianco in qualche modo legittima certi sentimenti che in quell’epoca parevano esagerazioni della Koris-testa. E si conferma che mollare Neutroni Porcelloni va archiviata fra le migliori idee delle Koris-esistenza.

Continuando su argomenti sensibili, l’editor del Koris-malloppo è missing in action per ragioni della sua VitaVera. Koris è un filo indispettita perché questa storia si sta trasformando nella tela di Penelope quando dovrebbe volgere a una conclusione. Ma visto che non si può andare a prendere gente per la pelle delle chiappe, al momento si deve subire. In compenso Koris ha all’incirca deciso di rimettersi in esercizio cercando di scrivere una paginetta di “cose a caso” al giorno (tecnica battezzata con Junior “il metodo mini-Sanderson”), tanto per vedere se è ancora capace.

Sul lato letture, Koris ha capito che Neil Gaiaman non è proprio il suo autore preferito, ma era anche l’unica scelta sensata dallo spacciatore di libri usati, i cui scaffali vuoti o pieni di fuffa non danno molte alternative. Koris teme di dover abbandonare la sua libreria di fiducia, visto che fra pagamenti online impossibili e forniture scarse comprare un libro è diventato complicato; venerdì è andata senza un’idea in testa alla libreria dei ricchi (dove va ‘thieu, per capirsi), ne è uscita con un gialletto marsigliese della trilogia di Fabio Montale e un libro scelto del tutto a caso. Il secondo è “Il bazar dei piccoli miracoli”, scelto col criterio “ma sì, leggiamoci un autore giapponese contemporaneo”, e Koris non vuole preventivamente sapere se fa schifo. Che vita difficile.

Nota di chiusura: questo post poteva intitolarsi cose come “un’esistenza quasi normale”, ma dopo l’ultimo titolo del genere è arrivato il coviddi, quindi magari anche no.

Basso profilo che la sfiga ci vede benissimo

Anno nuovo, vita boh

Ed eccoci pronti e carichi per un nuovo inizio scoppiettante e pieno di energia! No, che cazzo stiamo dicendo, urgono le ferie per riprendersi dalle ferie, altro che energie, scoppietti e via dicendo. L’unica cosa che è davvero scoppiettata è sempre la caldaia, che forse verrà riparata mercoledì, forse no, chissà, iniziare l’anno con delle certezze sarebbe in effetti chiedere troppo.

Per restare sulle certezze, il rientro in laboratorio è stato all’insegna del boh. Già da prima di capodanno si sapeva che a Manù nostro sarebbe molto piaciuto (spoiler: no) se fossimo restati in smartuorchi tre giorni a settimana, per risparmiarsi fastidiose lettere greche in giro per l’aere. Koris ha passato le vacanze, oltre che a controllare le simulazioni, a sbirciare nella casella di posta in attesa di una mail delle gerarchia che desse qualche gerarchia; la gerarchia doveva essere ancora sbronza di champagne e salatini, non dava segno di vita. La situazione si è trascinata fino alla quindici di oggi, ora in cui dall’alto dei cieli è giunta una mail dicendo “fatevi tre giorni a casa un po’ come pare al vostro capo laboratorio”. Ora, Capo Giuseppi era l’unico ad essere in smartuorchi e, secondo la peggiore tradizione, ha usato la tecnica dell’opossum fingendosi morto e non rispondendo a nessuno. Koris domani andrà in laboratorio perché hai visto mai, qualche santo sarà.

Sul fronte vacanze, meh. Koris ha lasciato le sponde dei Maiores con un solo pacco di pan di stelle e anche solo questo sarebbe male. La scappata nel paese del formaggio puzzone e delle grotte non ha portato alcun formaggio puzzone e grotte un po’ di recupero. Anche perché i pozzi erano trasformati in docce senza manopola dell’acqua calda, non proprio auspicabili. Koris sperava di fare qualche uscita conseguente, invece se n’è tornata alla gelida casa con le pive nel sacco. Ormai non ci si crede più.

Koris avrebbe sedici tonnellate di paturnie da scaricare su questo blog, ma siccome è il primo post dell’anno facciamo che ci asteniamo. Non perché “chi si lamenta a capodanno si lamenta tutto l’anno”, che poi è scontato lamentarsi tutto l’anno. Unico buon proposito per il 2022: cambiare generatore di immagini per post che non ne hanno una loro. Lasciamo InspiroBot al 2021 e (ringraziando Celia) diamo il benvenuto a Wombo (le immagini sono generate inserendo il titolo del post e scegliendo un filtro a caso).

L’oracolo vuole forse proporre un anno denso di montagne?

Non bloggabile

Non è pigrizia. Cioè, sì, anche. Ma soprattutto è un sentimento di “ma che ci dobbiamo dire ancora dopo un anno e più di pandemia?”. Non che il blog chiuda per così poco, chiariamoci. Solo che è un anno che si vive a singhiozzo questa imitation of life in cui non succede molto e quello che succede si situa sul divano. No, vabbè, siamo onesti, Koris ha ancora pitturato la cornice della finestra devastata nella stanza in cui lavora. Ma la maggior parte delle cose succede sul divano e non sono nemmeno cose zozze (lo so cos’avete pensato, lettori porcelloni).

La voglia di lavorare è ai minimi storici e trascinata che pare ormai un accanimento terapeutico. Koris cerca di mantenere un sembiante di attività professionale, poi mentre analizza neutroni a 17 MeV si ritrova all’improvviso a leggere su Wikipedia la pagina del Brahmaputra. Koris non ha idea di cosa stiano facendo i neutroni simulati a 17 MeV, però adesso sa quando passa in India il Brahmaputra scorre nell’Assam e nell’Assam c’è il the che piace alla Celia. The fluviali, su RieducationalChannel! I colleghi in compenso non fanno nemmeno finta e dicono che no, non possono lavorare o accollarsi cose perché devono badare ai bambini a casa. Dove per bambini si intende la fascia 14-17 anni a cui hanno comprato moto e mezzi affinché fossero autonomi negli spostamenti. Se fossimo sull’internet la risposta sarebbe “you are not the clow, you are the entire circus”, ma siamo nella vita vera quindi tocca glissare senza dire nulla. Lo abbiamo già detto che la vita vera fa schifo?

Siccome il futuro professionale post ottobre 2022 si tinge di “lol”, Koris si stava domandando perché non prendere la palla al balzo e un periodo sabbatico da sperperare in luoghi remoti. Che alla fine sono quelle le cose memorabili nella vita, non i pomeriggi sul divano. Quindi perché non partire un paio di mesi con la spedizione Ultima Patagonia a fare esplorazioni speleo sull’isola cilena antartica di Madre de Dios? Messo a parte del progetto, ‘thieu non ne è stato molto entusiasta.
“Non ce la fai, guarda che vivono isolati per due mesi, non è che se non ne hai più voglia puoi tornartene a casa”
“Sai, nemmeno su Neutroni Porcelloni potevo tornarmene a casa quando non ne avevo più voglia, eppure ci sono rimasta tre anni”
“Sì, no, vabbè, però…”
“La verità è che saresti invidiosissimo”
“Sì, certo”
‘thieu potrebbe venire a più miti consigli per Koris-esplorazioni in territori forse meno esotici, come la Thailandia. E comunque, il progetto “foto ai pinguini in Georgia Australe” non è ancora abbandonato. Restate con noi per altre follie in tema. (Ecco, questo darebbe una notevole botta di vita al blog)

Per il resto, meh. Circa le attività divanistiche, Koris sta imparando a giocare a Civilization 4, che non è proprio una buona cosa. Dopo una raffazzonata vittoria cinese ottenuta a caso, ha iniziato a giocare con Caterina la Grande in un’assurda Russia tropicale, situata su una Pangea divisa fra tre donne e tre uomini. Il Koris-piano potrebbe essere rendere giustizia al sesso opposto e instaurare una triarchia cento per cento femminile. Per ora però deve strappare lo sbocco sul mare a un troppo espansionistico Gengis Khan. Lo sapete che Civilization è un gioco noto per creare dipendenza, sì?

E niente. Ci si rilegge quando ci sarà qualcosa di bloggabile. Magari alla fine del coviddi. Magari al ritorno dall’isola Madre de Dios.

Anche InspiroBot sembra consiglia la fuga nelle isole cilene antartiche. O verso il Brahmaputra.

Continua il diversamente bene

Le notizie sulla Koris-scomparsa da questo universo erano, purtroppo, esagerate. Non si blogga niente perché c’è un reload di giornate tutte uguali in cui non succede niente di interessante, quando proprio non succede niente di niente. Cambiano soltanto gli incubi notturni variegati e assortiti. Per esempio stanotte Koris ha sognato che, non essendo utile allo sforzo produttivo del paese, le toglievano la copertura sanitaria. La notte precedente ha sognato esumazioni e spionaggio complottistico. Insomma, c’è tanta serenità. Solo che è da qualche altra parte, non qui.

Koris in questo preciso istante è in crisi perché non sa se deve normalizzare le sue funzioni di risposta alla superficie della sorgente o meno. Quindi entra ancora più in crisi perché si dice che un vero fisico lo saprebbe. E che in fondo è per questo che a fare il fisico non la vuole nessuno, perché lo sanno che Koris non sa fare davvero le cose, alla meno peggio si barcamena e fake it until you make it. Però si vede quando fai finta e mica vuoi tenerti a tempo indeterminato una che fa solo finta, no? Infatti. Da cui probabilmente gli incubi di cui sopra.

Nel mentre si è adottata la politica “il coviddi c’è ma a noi ce lo puppa”. Non si capisce bene cosa/come/quando/dove/perché. Non si capisce se si vive in un fragilissimo equilibrio che potrebbe saltare per aria da un momento all’altro o meno. Non si capisce e basta. O forse Koris non è abbastanza intelligente per capire, che è un’ipotesi valida, visto il paragrafo di cui sopra. Ormai non si sa nemmeno se augurarsi che la bolla scoppi, così ci si chiude e si sgonfia il bubbone una volta per tutte, o che tutto resti così fino all’estate in cui si spera ci siano miracoli. L’ennesima incertezza non contribuisce al clima ansiogeno di questi giorni.

L’ansia, già. Se potesse, Koris si sviterebbe la calotta cranica e lascerebbe il cervello in formaldeide. Magari come guscio vuoto dedito alle sole funzioni vitali vivrebbe meglio. Si trova sempre immersa in un vortice di pensieri negativi che innestano reazioni a catena fino al momento culminante del “no futuruuuu!”. Ci sono brevi, anzi brevissimi momenti in cui Koris si sforza a pensare che andrà meglio e che qualcosa di buono succederà, ma poi si ripete che deve trattarsi di un bias cognitivo per cui “ogni scarrafo è bello a mamma sua”, ma in verità lo scarrafo è una monnezza. Che fatica.

Koris cerca di non ammorbare nessuno e soprattutto non ‘thieu col suo vortice mentale. Anche perché ognuno si porta dietro un suo pacchetto personale pieno di cacca e non è il caso di caricare cacca altrui. Questa immagine evoca una fila di scarabei stercorari che spingono palle di escrementi più o meno grandi su da una collina. Solo che spesso e volentieri Koris sente che la sua palla di cacca molla le scivola dalle zampe e le rotola addosso. Dopo un po’ si rialza e ricomincia a fare la sua pallozza e a portarla su per la collina. Ma per quanto può durare ancora?

Insomma, da questo blog solo trionfante ottimismo. Scusate.

“Apri la tua mente” ma solo se riesci a scoperchiarti il cranio con un apriscatole.

Chi ben comincia?

Non Koris, le cui performance di questo 2021 continuano nel solco dell’affatto rimpianto 2020. Ma del resto il pianeta continua a rotolare sulla sua orbita come se non ci fosse un domani e se non ci fosse stato ieri, i cambiamenti con la bacchetta magica non sono disponibili da un bel po’. Anche se sarebbero piuttosto comodi.

Koris sa che il coviddi, la pandemia, i pipistrelli untori, i commenti di feisbuc e gli esperti in virologia laureati alla Google University OnTheCesso sono colpa sua e del suo post dell’anno scorso in cui proclamava di avere una vita quasi normale. Ormai siamo oltre il livello dell’Amperodattilo per cui “chi si loda, si imbroda”, qui quando una cosa va bene bisogna evitare di parlarne a tutti i costi, hai visto mai che il Grande Cetriolo Cosmico sia in ascolto. Già, era da un po’ che non lo si nominava, ma pare sia in grande spolvero.

Morfeo è di nuovo latitante. Se la notte di capodanno si poteva dare la colpa alla discoteca casalinga messa su dai dirimpettai, nelle altre notti disponibili Koris ha fissato il soffitto mentre le sue gambe improvvisavano pruriti assortiti o movimenti più che percettibili. Il Koris-cervello ha di nuovo perso lo script sleep.bin, per cui si è scordato come ci si addormenta. L’esperienza passata insegna che il miglior modo per farlo riprendere è far cessare la situazione di stress, ma sembra che la cosa non dipenda dalla Koris-volontà. Un’altra soluzione ha a che fare con profondità sotterranee notevoli e notti insonni, tuttavia pare che per ragioni di coprifuoco non siano percorribili.

Nel mentre la grotta langue, le prospettive dell’andare in grotta sono LOL. Si va finché si può, poi… poi boh. Andare a fare fondo, nonostante la neve, è divenuto problematico per via di coprifuochi assortiti in posti sbagliati. E per l’assenza dei Koris-sci, che non sono facilmente trovabili, a meno di amputarsi un piede e mandarli ai negozi online chiedendo “guardate un po’ se entra meglio in un 36 o in un 35”. Solo che con un piede amputato lo sci di fondo potrebbe essere difficile.

Il problema immediato di Koris è trovare qualcosa da scrivere per la presentazione di domani (Koris convintissima che fosse oggi, ma vabbè) e che risponda alla domanda “cosa hai trovato di positivo in laboratorio nel 2020?”. La risposta giusta, in ogni possibile caso, è NIENTE. Un’altra risposta giusta è “che domanda cringe”, ma potrebbe non essere apprezzata. Vista la cronica mancanza di idee costruttive e l’abbondanza di idee distruttive, Koris cercherà la risposta su InspiroBot, che come dicono i Francesi “le hasard fait bien les choses”. Sperando che vengano giorni migliori ma non credendoci molto.

A posto così, grazie