Post scritto probabilmente sotto l’influsso osmotico di “The Fall of Gondolin”, che guarda male Koris dallo scaffale per avergli preferito Barbero nella lista delle letture. Siccome è stato un regalo di Natale made by Orso, questo post è colpa di Orso, che da bravo fratello minore qualche colpa deve pur prendersela.
Da divoratrice del “Silmarillion” (che è meglio de “Il signore degli anelli”, non provate a controbattere, non esiste, punto), Koris riconosce in Tolkien due grandi cattivi: Morgoth, il cattivo vero, e Sauron, quello che ci prova ma non si applica. Smaug no, era solo l’ultimo esemplare di una specie in estinzione alla ricerca di una tana in cui vivere, maledetti nani cacciatori di frodo e non di Frodo. Comunque, Morgoth e Sauron si diceva, e i loro modi differenti per gettare un’ombra degna di questo nome su quel casino della Terra di Mezzo.
Morgoth è un tipo incazzoso, dall’iniziativa facile. Non aspetta l’occasione giusta, Morgoth si butta, tira fuori un’armata di Balrog così, anche per una lite di condominio. Morgoth ci prova, o la va o la spacca. A suo di dai e dai, finiranno per cedere, quei maledettissimi elfi. Male che vada, si chiude in Angband giusto il tempo necessario per ammassare orchi e draghi e riprovarci ancora.
Sauron no, Sauron è un tipo riflessivo, una personcina pacata. Perché sprecare risorse quando si può aspettare l’occasione propizia per impadronirsi di Arda? Si resta nell’ombra, al calduccio, con un occhio alle vicende umane, in attesa che qualcuno faccia un passo falso. Al massimo lascia anelli in giro, hai visto mai che interessi a qualcuno. E appena il momento è favorevole, chiamiamo le nere legioni e spacchiamo le reni agli elfi hipster di Granburrone.
Koris sa che dovrebbe dare una mossa alla sua vita, ma non sa bene quale partito prendere. Deve iniziare a spammare ovunque e a gettare le sue (per quanto scarse) armate in attacchi pressanti e successivi? O deve restare nascosta a forgiare anelli, in attesa che un’incauta creatura Gollum ne raccolga uno?
Questo ammesso e non concesso che Koris non finisca nel vuoto cosmico come i suoi due illustri esempi, destino che a tratti pare essere persino allettante.