Nel giugno del 2004 Koris era la velocista di punta della categoria juniores per la società di atletica Albadociccia. Nonché l’unica velocista junior della squadra, ma questi sono dettagli. Diciamo che qualcuno doveva fare i 100 e i 200 metri e doveva essere nato negli anni 85-86. Koris soddisfaceva i requisiti, quanto meno per quanto riguardava l’età. Correre alla fine era questione di una trentina di secondi al massimo, la velocità un optional non compreso nel servizio.
Nel giugno del 2004 l’umore di Koris era uggioso quanto il meteo londinese, per le più svariate ragioni: il suo allenatore Lerry avrebbe presto lasciato la squadra, la sua insegnante di scienze se ne andava in pensione, non aveva avuto il permesso per fare la maturità un anno prima. L’umore si rifletteva sulle performance di gara, già paragonabili a quelle di una vecchia Panda in normali condizioni. Per dirla come va detta, Koris correva di merda anche i 200 che erano la sua gara preferita.
Una domenica di giugno del 2004 c’erano i campionati di Valinor in quel del campo di Inculolandia, ufficialmente detto Genova Sturla, ove passa un treno al mese. Koris c’era stata portata di peso. Ovviamente in treno, perché con Lerry non si poteva parlamentare, oltre che usare una macchina. Leonard, l’allenatore in seconda, era il suo profeta e assecondava le mosse. Fu così che partirono in cinque da Merdopoli, due allenatori, due velocisti e una lanciatrice.
Koris era particolarmente uggiosa perché l’anno prima, ai medesimi campionati della categoria precedente, era arrivata seconda, subito dietro a un mostro di bravura e infamia che correva per il DLF Spezia. Koris non solo era matematicamente certa di non poter migliorare, ma sapeva che ogni suo sforzo sarebbe stato vano anche solo per emulare la prestazione precedente.
"Eddai, svegliati un po’!" cercava di svegliarla Leonard in un vagone di regionale, caldo, lurido e puzzolente, sotto il sole di mezzogiorno.
"Lasciatemi al mio dolore"
"Koris, guarda che se non ti rimetti a correre come si deve torni a casa a piedi!" minacciava Lerry, che in queste circostanze non sapeva fare di meglio.
"Torneremo tutti a casa a piedi, a Sturla non ferma un tubero. Dovevamo sfruttare la Ford Pink Floyd di Leonard e prendere la sopraeleveta chiusa in direzione levente, come l’anno scorso"
"Attenzione, Koris, stai passando la misura"
Koris arrivò al campo, si vestì della sua ridicola divisa da finta professionista e cominciò un finto e solitario riscaldamento pre-gara, più che mai conscia della disfatta imminente. Le si affiancò Leonard.
"Sai che gira voce che il mostro del DLF Spezia non ci sia?"
"Mbé?"
"Niente, informazione tattica"
Koris se ne sbatté altamente dell’informazione tattica e si diresse alla partenza dei 200 metri.
Piccola parentesi: le corsie, ovvero l’ordine di partenza e i posti sulla pista, sono sempre stati stilati in base ai migliori tempi personali. Ognuno comunicava il suo record e veniva piazzato di conseguenza. Questo faceva sì che Koris avesse la corsia più sfigata la maggior parte delle volte.
In quella maledetta domenica (ma all’epoca era ogni maledetta domenica) del giugno 2004 partivano due batterie di atlete per i 200 metri donne. Lo starter fece l’appello e Koris scoprì con sua grande sorpresa di non essere nella prima corsia della prima batteria (avere la prima corsia nei 200 metri è una sfiga non comune). Tuttavia per la seconda batteria restavano a correre individui che definire l’antisportivo era dir poco. A Koris venne un sospetto. Si informò.
"Scusate, ma voi che tempi avete?"
"Ah, io non li ho mai fatti i 200, è la prima volta"
"Io nemmeno"
"Io ho un personale di 30 secondi e più"
Koris era ben lungi dall’essere Marion Jones, ma il suo urfido personale lo aveva eccome. Andò a spiare la lista dello starter.
Koris, Universale Albadociccia, ST
ST: senza tempo. Come se i precedenti anni di atletica fossero stati spesi a giocare alla lippa. Fu più di quanto Koris potesse sopportare. Incurante della partenza imminente, si diresse verso Lerry a bordo pista.
"Tu! Brutto bastardoessereviscidoschifosomangiatoredicarrube, come hai osato iscrivermi senza tempo come se non avessi mai visto prima un paio di scarpe chiodate?!"
"Tanto per come stai correndo ultimamente è più che sufficiente. E ora vai che ti chiamano"
Koris rifece il nodo alle chiodate e si avviò bestemmiando in aramaico al suo blocco di partenza, dimentica che doveva correre 200 metri.
"Ai vostri posti!"
Io lo inculo coi chiodi di riserva, quello stronzo. Iscrivermi senza tempo. Senza tempo! Che l’anno scorso ero pure medaglia di argento. Mapporcazoccola. Appena finisco qui mi sente. Oh, se mi sente. Gli faccio un mazzo tale che non riesce nemmeno a configurarselo.
"Pronti!"
Giuro che è la volta buona che lo ammazzo. Vabbè che è l’ultima stagione che fa, ma questo è troppo. Senza tempo, io. Senza tempo! Senza tempo…
BANG!
Koris cominciò a correre. Contrariamente alle partenze dai blocchi vomitevoli che faceva nel 90% delle volte, questa non fece nemmeno troppo schifo, ma tanto nei 200 la partenza conta relativamente. Koris attaccò la curva, il suo pezzo preferito perché in curva ci si inclina e correre inclinata le è sempre piaciuto immensamente. Arrivò ai cento metri, momento del crollo fisiologico, senza che nessuno le passasse in testa. Nessun crollo, continuò a correre davanti a sé, fino all’arrivo. Prima della batteria. Record personale. Si concesse cinque minuti stesa sull’erba alla ricerca di ossigeno e delle sue gambe. Giunse Lerry alle spalle.
"Vedi che ce l’hai fatta?"
"Vaffanculo"
Koris si riprese il tempo necessario, poi si alzò e andò a recuperare i suoi effetti personali. Recuperate scarpe e maglietta inguardabile (gli abbinamenti di colori non sono mai stati il punto forte di Koris), superò la staccionata con un abile balzo e andò ad accasciarsi sulle gradine, orribilmente soddisfatta di sé stessa.
"Glielo ho fatto vedere io, che cavolo. Altro che senza tempo, ho fatto pure il record personale! Beh, è un periodo di merda, ma posso uscirne. Oh sì, con la depressione posso smettere quando voglio. Certamente…"
L’altoparlante interruppe i Koris-vaneggiamenti fra sé e sé.
"Per la competizione dei 200 metri categoria Juniores prima classificata e campionessa regionale Koris…"
Momento di spaesamento totale. Campionessa? Koris? Quella che come animale di ispirazione ha una lumaca (viola) di pelouches attaccata alla borsa? Campionessa lei? Possibile? Cosa c’è stata, una contrazione spazio-temporale?
"Gli atleti sono pregati di presentarsi al podio per la premiazione"
Koris non credette alle sue orecchie, andò letteralmente in visibilio. Campionessa lei, una cosa paranormale. Rifece la borsa alla buona, si spolverò la maglietta della società e inalberò un sorriso smagliante come se avesse vinto il Golden Gala. Si avvicinò alla staccionata per scavalcarla. Fede passare una gamba, cercò con un piede il terreno, poi fece passare l’altra gamba. Il piede destro trovò un gradino invisibile e vi sdrucciolò sopra. Koris cadde con tutto il suo peso con la caviglia destra girata verso l’interno.
Dolore assurdo. Un dolore così terrificante che sgorgarono due lacrime enormi dagli occhi. Col piede destro inservibile, Koris rimase paralizzata su una gambe sola, troppo dolorante persino per chiedere aiuto.
"Ehi, quella ragazzina si è fatta male!"
"Portiamola dal medico di gara!"
Koris venne sollevata per le ascelle da ancora non si sa chi e condotta in mezzo al campo, mentre l’altoparlante continuava a reclamare il suo nome. Un altro dolore assurdo quando le tolsero la scarpa. Stava per chiedere l’amputazione dell’arto.
"Ti fa male se tocco qui?"
"Guardi, mi fa male comunque anche se non tocca"
"Potrebbe essere rotta"
"Splendido, amputiamo"
"O potrebbe essere solo un legamento. Nel dubbio, ti metto la benda gessata"
Nel frattempo si materializzarono al fianco Lerry e Leonard.
"Koris, che chèzzo hai fatto?" domandò Lerry, quasi divertito.
"Mah, indovina!"
"Lerry, lo sai com’è fatta Koris: appena sente qualcosa che è fuori dall’ordinario, dà di matto e fa qualche cazzèta"
"Spiritosi, tutti e due"
"Non rompere e vai al podio, che ti chiamano da mezz’ora, campionessa"
"Vaffanculo!"
Koris si avviò al podio saltellando su un piede solo, per la delizia di tutti gli astanti che ridacchiavano sotto i baffi. Giunta la podio, il giudice di gara le consegnò la medaglia d’oro e la invitò a salire sul gradino più alto.
"Scusi, non è che mi darebbe una mano a salire?"
"Ti sei fatta male in gara?"
"Lasciamo perdere"
Altre risate da parte di tutti, il Koris-orgoglio che scivola sotto le scarpe. La gara si concluse con Lerry che portò Koris a spalle fino alle stazione di Sturla, perché a suo dire non zoppicava abbastanza veloce per prendere il treno. Una figura meschina, Koris era l’attrazione di tutti i passanti. Ma intanto aveva la medaglia d’oro al collo.
P.S. doveroso dello Stato Maggiore: questo post è dedicato a quello stronzone di Lerry, che si è fatto trovare dopo troppo tempo in un momento decisamente no.