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Di gente che arranca

Koris patisce l’arrivo dell’estate. Chiunque dovrebbe patire l’arrivo dell’estate a meno che non sia un essere in età scolare che vive al mare. Per il resto del genere umano l’arrivo dell’estate significa per lo più lotte al coltello per le ferie, ascelle pezzate, vestiti sudati e aria condizionata. Koris odia l’aria condizionata, soprattutto sulla navetta per andare a lavorare, dove si ricrea un’Antartide artificiale senza pinguini di cui si fa anche a meno. Se poi in ufficio ci si puzza di caldo, poi, l’abbigliamento diventa una sfida che può portare solo alle soglie della follia, ormai lambite così spesso che sarebbe il caso di metterci uno zerbino.

Capo Giuseppi cerca di fare il simpatico umorista con battute fuori luogo. Koris gli ha fatto presente che non lo trova divertente, Capo Giuseppi ha fatto ricorso all’abusato “e vabbè, si scherza, fatti una risata”. Koris continua a non aver voglia di ridere e ancor meno in compagnia di Capo Giuseppi. Un giorno la scienza ci spiegherà perché bisognerebbe ridere di cose offensive solo per quieto vivere.

Il laureando sta vivendo una fase di adolescenza ribelle tardiva, solo con la persona sbagliata. Non si fa nessun problema a dire, dall’alto dei suoi tre mesi d’esperienza, che è Koris a sbagliarsi o a non presentare bene i grafici. Almeno finché non si accorge di aver trascurato dettagli trascurabili, come la tridimensionalità di questo pazzo mondo. Tuttavia il laureando si rivela essere un fine stratega, in quanto chiede di “discutere” sempre a ridosso dell’orario di uscita per poi pigolare che “non avete tempo”. Dopo questa esperienza Koris non seguirà più laureandi per almeno due anni perché, come ebbe a dire un Orso politically-uncorrect, “prenderlo in culo con la rincorsa magari anche no”.

La nazipediatra pensa che Alienottola sia un po’ versione Trenitalia perché non indica col dito quello che vuole e non segue con lo sguardo gli oggetti indicati. Koris ha cercato di replicare che se l’Aliena vuole qualcosa di solito se lo va a prendere e, per quanto riguarda lo sguardo, ha l’abitudine di seguire il gran cazzo che gliene frega. La pediatra non è parsa convinta e ha dato un ultimatum: se fra tre mesi Alienottola non indica col dito, non guarda nella direzione indicata, non cammina, non recita Shakespeare in Klingon e non prepara una Saint Honoré decente, allora verrà considerata in ritardo come un regionale Genova-Rimini durante una nevicata. L’entourage non è d’accordo con questa diagnosi, l’Aliena al massimo commento con “naaaaappuu!”, forse sta imparando a parlare sumero.

Koris vorrebbe molte cose come sparire in grotta o andare in montagna, ma soprattutto vorrebbe capire che cazzo sta succedendo in questa folle vita. Ah, forse ci sono novità editoriali, però lo scopriremo solo venerdì a fine giornata. E già arrivare vivi a venerdì non è così scontato.

L’estate è una buona stagione per arrancare

Mocciosi e lombrichi

Koris non ha più aggiornato il blog un po’ perché non è successo quasi niente di che, un po’ perché non ne ha la forza. Questi elementi sono in evidente contrasto fra loro, ma tant’è, ci sono eventi che non si scelgono in questa esistenza precaria e diversamente utile.

Aliena è sopravvissuta per una settimana senza danno, dopo l’esperienza del forse-virus gastrointestinale forse-sailcazzocosa dell’ultimo post. Dopodiché si è trasformata nella fabbrica del moccio; non che avesse altri effetti indesiderati, però fiumi di moccio con isole di caccole (la presenza di un baby umano non sta migliorando la qualità di questo blog). E fu allora che Koris scoprì che i creaturini di otto mesi non possono soffiarsi il naso, l’unico modo per sturarli è sparare soluzione fisiologica in ogni narice, pratica vietata dall’ONU tanto per i piccoli quanto per i grandi. Tuttavia il naso tappato ha impedito che l’Alienottola riuscisse a dormire in maniera decente e con lei i due adulti irresponsabili, ormai ridotti a due lombrichi striscianti anche senza particolari patologie.

Così Koris, che puntava su un’ultima settimana di nulla al lavoro per latitanza prolungata di Capo Giusppi, si è invece ridotta all’ultimo per preparare i bagagli per il natale italico, forse per scaramanzia che saltasse all’ultimo momento. Voleva occuparsi del suo avvenire lavorativo, tuttavia sa solo che Capo Giuseppi sta “riempiendo un file Excel per trovare cose da fare per tutti”, qualunque cosa voglia dire, quindi boh, nessuna speranza di migioramento. Koris ha altresì avuto la pessima idea di offrirsi volontaria l’ultimo giorno per aiutare a mettere a posto l’archivio del laboratorio, invece di chiudersi in ufficio a dormire. In un solo armadio c’era una quantità assurda di documenti su progetti obsoleti, dati sperimentali del ’71 con grafici tracciati su carta millimetrata, manuali d’uso di codici del 1980 che non sono stati buttati perché tanto sono sempre uguali, documenti confidenziali che “nessuno ha visto che era confidenziale, buttalo nel gabinetto”. Sono state rinvenute anche alcune testine per le macchine da scrivere, oggetti identificati solo dopo un’ora perché cosa ne sanno i millennials di modernariato.

Insomma, Koris è arrivata a Merdopoli quasi senza intoppi, ad eccezione di mezz’ora di coda e Alienottola che vomita catarro al casello dell’autostrada. Ora bisogna strisciare e scavallare Natale, poi… poi niente, si ricomincia.

Buon natale a tutti, lombrichi e non

La vita al circo delle pantegane

Cara Ilaria, vengo dalla monnezza ma
io non mi aspettavo tutta ‘sta monnezza qua

Diciamo che la Koris-vita lavorativa in questo preciso istante ha ampi margini di miglioramento. Forse anche di peggioramento, ma ecco, Koris si augura che non vada peggio di così o potrebbe davvero mollare tutto e andare ad allevare bivalvi.

Nel limbo dei contratti, nel vuoto cosmico dell’amministrazione, Koris ha fatto capire che senza assicurazione e senza rimborsi (e senza una giustificazione per essere lì) non si farà i 70 km che separano Marseille dal sito dei Neutroni Porcelloni. Già su quell’autostrada Koris ci rimette in salute, almeno che non ci rimetta finanziariamente.

Quindi è tornata a fare la muffa in azienda, in attesa. In attesa di cosa? Del contratto, di Godot, della morte termica dell’universo.

Koris ha detto chiaro e tondo al CCC che questo trattamento di sapere tutto all’ultimo momento non le sta bene. Il CCC ha visualizzato senza rispondere, buffer cerebrale pieno, la preghiamo di attendere prego.

“Ma del contratto nuovo si sa qualcosa?”
“Ah. No”
“In che senso ‘no’, che a gennaio mi avevi detto che era pronto?”
“Eh, stanno discutendo. Si fa, eh. Ma stanno negoziando. Rilancio. Chiedo. Mi informo”
“Io non posso essere avvertita dall’oggi al domani dove sarò l’indomani mattina. Non è così che si tratta la gente. Quindi te lo richiedo: abbiamo un’idea di quando inizierà il contratto nuovo?”
“Uhm, no. Ma non prima del 10 febbraio, tranquilla.”

Il 10 è domenica, anche grazie al cazzo.

Koris a quel punto ha fatto sapere che in nome dei suoi troppi giorni di ferie arretrati, pensava di andarsene a sciare durante la terza settimana di febbraio. Del resto, per restare a semi-girarsi i pollici in azienda…

“Uhm, non posso darti le ferie.”
“E per quale assurda ragione?”
“Posso darti il venerdì. Ma non di più. Se quella settimana inizia il contratto, capisci, è poco serio da parte tua non esserci.”

Koris voleva fargli presente che quanto a mancanza di serietà il CCC non prende lezioni da nessuno. Avvertito di questa cosa, ‘thieu peace&love orsetto del cuore che non farebbe male a nessuno ha risposto “un giorno ti vendicherai e gliele farai pagare con interessi enormi”. Tanto per dire il clima disteso da “Leggenda dei 47 ronin”.

Il CCC ha chiesto a Koris di sbobinargli un meeting in cui il genio ha avuto l’idea di non scrivere mezzo appunto, ma di fare un video. Koris lo ha mandato a spigolare dicendo papale papale che non è fra le sue competenze. O anche “prova a digitare da terminale sudo apt-get install stocazzo”. Dopodiché Koris si è nascosta a fare simulazioni MCNP uliti come un bikini per pinguini Gentoo, ma almeno finge di essere occupata.

In questo stato sospeso Koris ormai non sa più bene cosa augurarsi. Un miracolo? L’apocalisse? L’invasione degli alieni da Vega?