Aliena Tactics: Single Player Mode

Per sopravvivere alla prima infanzia (come adulti, si intende, non come esseri nella prima infanzia) bisogna trovare una strategia che assomigli a qualcosa di conosciuto (e prenderla in ridere ogni volta che la situazione lo consente). I videogiochi sono una buona similitudine, per quanto il genere evolva nel corso dei mesi: i neonati sono per lo più uno strategico-gestionale, ma appena trovano il modo di muoversi autonomamente si trasformano in un platform, una sorta di Crash Bandicoot con avanti veloce. Dopo l’anno si aggiunge la quest hidden objects per partire alla ricerca di giocattoli, cucchiai e altri ammennicoli occultati in luoghi estranei e bizzarri.

Di solito il gioco è un multiplayer collaborativo, o almeno dovrebbe esserlo sulla carta, poi si sa che nella squad c’è sempre un tank e uno che raccoglie il loot dietro. Ma ogni tanto capita che ci si trovi a giocare in single player ed è una prospettiva abbastanza terrificante, quando si è sempre in due. Non importa che tu sia il tank del gruppo, anche se di solito sei tu il difensore dalle caccapulte e dai caccapanzer, anche se sei tu che nella maggior parte dei casi prepari la strategia delle pappe. Essere soli significa non avere nessuno alle spalle qualora i tuoi punti ferita vadano in rosso, o se il micro-boss ha deciso di prendere una forma demoniaca e non dormire la notte. Essere soli significa… essere soli (maddai?).

Koris ha passato ben due giorni da single player con l’Aliena. A dire il vero sulle prime non era affatto rassicurata per questa avventura in solitaria, per quanto prevista da lungo tempo. Ha fatto più strategie che per battere Wiegraf in “Final Fantasy Tactics” e solo Junior sa cosa vuol dire battere Wiegraf. Si è chiesta se non esistessero delle apposite cheats del genere “incantesimo di sonno a presa rapida”, poi si è risposta che no, o almeno, non legali. Ma gli omogeneizzati da usare come oggetti speciali invece sì, sono leciti. Poi c’è da dire che Alienottola sta parcheggiata nove al giorno dalla tata, quella è un po’ una cheat.

Il primo giorno genitore#1 ha droppato la progenie dalla tata, quindi è andato offline perché chiamato a più alti destini dall’universo. Koris ha fatto training autogeno ripetendosi “ce la posso fare, ce la posso fare”. Prima prova di forza per trasportare zaino con laptop e marsupio con 8.5 kg di Aliena dalla tata a casa e poi qui su fino al terzo piano. Quindi inizio del livello acquatico in cui Aliena ha fatto la doccia e Koris pure per proprietà transitiva, con annesso capriccio perché Alienottola è una creatura acquatica e resterebbe ammollo per ore. Segue un alquanto patetico (per l’adulto) inseguimento di un micro-demonio con le chiappe all’aria, all’urlo di “pannolino nemico del popolo!”, con una gran voglia di naturismo e di evasione dalla convenzione sociali che ci impone i vestiti.

Dopo aver saltato sul letto, arrampicato sulla poltrona lasciata libera dalle chiappe di genitore#1 (questo più volte), lanciato macchinine, suonato lo xilofono e quant’altro, Koris acchiappa il bebè ribelle e lo incatena al seggiolone, suo migliore amico di questo single-player. Quindi, conscia che cucinare aggiungerebbe un livello di difficoltà che nemmeno Civilization in modalità Deity, acchiappa un orribile piatto pronto baby “ricotta e spinaci”, ben cosciente che l’Aliena lo schiferà; del resto è verde palude, trovarsi una roba così nel piatto non invoglierebbe nessuno. E invece Alienottola, santa bambina famelica, lo mangia quasi tutto facendo un casino ragionevole. Per farsi perdonare, Koris le elargisce un omogeneizzato ai mirtilli. Fine cena con Koris che sbocconcella prosciutto e insalata commentando le figure di un libro ad alto contrasto, sembra che il parent-player stia riportando un successo schiacciante.

Piccolo inconveniente: Aliena-ingorda si è riempita di latte, Koris le ha elargito biberon a richiesta come se fosse un open bar. Si lascia leggere qualche pagina de “Il piccolo popolo dei grandi magazzini”, ma quando alle otto e mezza Koris decreta che è ora di andare a nanna… vomita. Non molto, ma abbastanza da insozzare pigiama, sacco nanna, Koris-pigiama, copriletto del letto d’appoggio e pavimento. Aliena piange, Koris vorrebbe imitarla, la serata passa subito a difficoltà very hard. Bisogna gestire la cosa, pulire il disastro evitando che si propaghi: Koris pensa per un attimo di fare come in “The Sims” e poggiare il bebè a terra, poi si è ricordata che il bebè è semovente, quindi ha messo Aliena su seggiolone. Cambio volante di tutte le vittime del vomito, lancio dei vestiti in lavatrice, pulizia sommaria. “Adesso non si addormenterà prima delle tre di notte se mi dice culo, altrimenti vomita di nuovo e cosa faccio, tappezzo l’universo con le traversine?” si chiede Koris, che in quel momento vorrebbe molto avere un team molto agguerrito a disposizione. Alienottola stupisce tutti addormentandosi pacificamente in dieci minuti.

Koris ha addosso abbastanza adrenalina da risvegliare un obitorio, ha i nervi a fior di pelle ed è terrorizzata che l’episodio si ripeta. Chiama l’Amperodattilo che minimizza teorizzando che l’Aliena abbia solo mangiato troppo e che ormai sta bene, secondo l’antico detto “un rutto, una scoreggia e un vomito mettono a posto il culo, la pancia e lo stomaco” (in quest’ordine?). Koris mette il baby-phone a volume wall-of-sound del Wacken, quindi passa la notte semi-insonne, svegliata ogni volta che l’Aliena si volta nel lettino o fa una puzza.

Però la notte passa indenne, livello successivo. Alienottola viene svegliata d’ufficio alle sette passate, fa colazione con l’espressione del “non parlatemi finché non ho finito il mio biberon”, smolla una caccapulta, fa la pazza sul fasciatoio; una normale mattinata di follia, insomma. Koris la lancia dalla tata, persona che in queste 48 ore è un png di tutto rispetto, l’aggiunta al party che cambia la partita.

Koris lavora da casa per Capo Giuseppi, appena finisce si dà alla preparazione del frittone di cipolle per l’indomani e del risotto alle zucchine per la cena. Si sente come quelli che fanno le build dei personaggi studiandosele per bene. Si prepara psicologicamente per un’altra serata in tête-à-tête col baby demone perché se la sera prima è andata relativamente bene, stasera sarà un disastro, se lo sente.

Aliena viene recuperata dopo aver mangiato semola da cous cous cruda e altre amenità. Una volta a casa viene organizzato un LAN-party con i Maiores, che osservano Koris farsi pestare dalle unenne via whatsapp. Alienottola cena con la compostezza di una lady, lascia mangiare Koris, produre una micro-caccapulta odorosa, si fa leggere cinque pagine del suo libro e si addormenta placidamente nel giro di un quarto d’ora. Koris vorrebbe mettersi a urlare “buciodeculo!” ma sa che la sfiga ci sente benissimo e potrebbe avere in serbo per lei un livello notturno di caccapulte a ripetizione. Invece no, altra notte filata.

E insomma, questo single-player con l’Aliena non è stato rilassante (quando mai lo è?), ma nemmeno la tragedia che si prospettava. Anzi, per certi aspetti un problema a due corpi è più facile da gestire di uno a tre, con la giusta organizzazione. Però fa sempre comodo avere una squad alle spalle.

Aspettando il player two per i giochi veri

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6 thoughts on “Aliena Tactics: Single Player Mode

  1. eleghighi 7 giugno 2024 alle 19:26 Reply

    condivido tutto perché con i turni di Amò spesso siamo sole io e lei, e ogni volta ho paura sia difficile da gestire ma poi si rivela più facile del previsto.
    noi però stiamo leggendo Tiffany Aching guide to be a Witch, alternandolo a Posso guardare nel tuo pannolino? E Posso guardare nel tuo vasino?

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    • yaxara 8 giugno 2024 alle 04:42 Reply

      Dobbiamo avere più fiducia nelle nostre capacità, anche se avere una Nanny Ogg a disposizione aiuterebbe (forse?)

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  2. Lela 7 giugno 2024 alle 21:11 Reply

    Ho riso dalla prima riga

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  3. un Lich 9 giugno 2024 alle 13:37 Reply

    Bella la metafora del videogame, ma se c’è una cosa che ho smesso di fare da quando il bambino ha smesso di essere quel soprammobile carino che era fino ai tre mesi è proprio giocare ai videogame. A settembre lo spediamo al nido e, una volta lanciato oltre il cancello, correrò a casa di mia sorella a riprendermi la XBox e a scaricare tutto lo scaricabile.

    Comunque, man mano che crescono, questi “Nani di Livello 1” diventano più piacevoli di quanto uno possa immaginare. Ci sono dei momenti in cui la prospettiva di privarmene per qualche ora perché possa andare al nido mi sembra terribile e mi domando se non sia il caso di aspettare un altro anno.

    Poi rinsavisco, certo, però accade.

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    • yaxara 11 giugno 2024 alle 11:21 Reply

      Sono orribilmente infingardi, un attimo prima vorresti venderli al mercato nero, un attimo dopo ti chiedi come si può vivere senza di loro. Ma no, dai retta, recupera quella X-box. Io non aspetto altro che sia abbastanza grande da poterla stordire con giochi di dubbio gusto, dal ’92 in poi.

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