Un paio di mesi fa Koris era una persona alquanto ingenua che pensava di approfittare del congedo per maternità per fare N cose con le energie che il lavoro e lo stress continuavano a portarle via. Koris tuttavia aveva fatto i conti senza l’ostessa, nella persona di Alienottola, che prima ha pensato bene di arrivare in tragico anticipo, poi passato l’iniziale spaesamento si è messa a pretendere urla di adorazione (altrimenti si occupa delle urla di persona). Risultato: Koris è molto più stanca di quando deve sopportare le stronzate di Capo Giuseppi e del resto della banda; se a settembre qualcuno osa farle la battuta “allora, ti sei riposata?”, Koris andrà a riposare al carcere di Baumettes per omicidio.
Ma insomma, come dovrebbero svolgersi le giornate con un coso che dovrebbe mangiare, dormire e in teoria poco altro? Difficilmente.
Koris di solito si sveglia in un’ora indefinita fra le sette e le otto, orarie che fino a poco tempo sarebbe stato sinonimo di “alzarsi riposati”, ma infilandoci uno o due risvegli notturni non è proprio così (sì, ci dice anche culo che Aliena non si sveglia ogni ora, ma è capace di richiedere attenzioni a lungo). Koris sa che a seconda dell’attività notturna ha da mezz’ora a un’ora per capire chi è, fare colazione, lavarsi e vestirsi prima che la principessa de casa pretenda udienza.
Aliena si sveglia e inizia un rituale degno della corte di Versailles a base di: cambio di pannolino, crema protettrice sulle pudenda su consiglio dell’Amperodattilo, crema idratante corpo costata un Koris-rene più massaggio incorporato, cambio di vestito a scelta dal guardaroba chiaraferragnico sempre sponsorizzato dall’Amperodattilo, cucchiaiata di vitamina D dal gusto orribile che inizia a guastare l’atmosfera, pulizia del naso percepita da Aliena come la pratica egizia del rimuovere il cervello alle mummie passando dalle narici, pulizia del viso ormai trasformatasi in un incontro di wrestling. Aliena molto incazzata prende dunque un biberon da una Koris molto provata. Se è un giorno buono, la pupa è ancora abbastanza rincoglionita da dormire una mezz’ora, che Koris sfrutta per pulire casa prima che intervenga l’ufficio d’igiene. Se è un giorno cattivo, lo fa lo stesso ma cercando di dare adenzia all’Aliena fra un urlo e l’altro. In ogni caso, Roomba santo subito.
Metà mattina, Koris di solito esce con l’Aliena nel marsupio per fare la spesa, quando calcola i tempi giusti e riesce a uscire al momento giusto. In caso contrario, Koris appena vestita sente un urlo disumano di neonata che reclama cibo e cambio, spesa ritardata di almeno venti minuti. Nelle giornate di merda… beh, fermiamoci alla parola merda, ci siamo capiti. Per fortuna, una volta immobilizzata nel marsupio Alienottola si lascia cullare dall’andatura e dagli improperi di Koris, la quale si trascina con prole e spesa per le vie di una città già ostile in tempi normali.
Tornata a casa Koris vorrebbe finire le faccende, ma Aliena è carica come una sveglia e vuole fare cose. Koris propone un “tummy time” per non sentirsi un genitore#2 di merda e incoraggiare lo sviluppo motorio della sua creatura, la creatura fa resistenza civile non muovendosi di un millimetro finché non si mette a urlare. Il fatto che questo comportamento non venga osservato quando è l’Amperodattilo a proporre l’attività indica che l’Aliena forse non è un granché nello sviluppo motorio, però per la stronzaggine dimostra almeno quindici anni di più.
Ora di pranzo, l’Aliena mangia. Koris mangia negli intervalli delle richieste di Alienottola che variano fra “voglio stare in braccio”, “voglio giocare”, “voglio un altro biberon che finirò solo in parte perché tanto mica pago io il latte in polvere”. Un giorno Koris ha iniziato a magiare a mezzogiorno e mezza e ha finito alle quattro. Altri giorni lascia proprio perdere il mangiare, con la scusa che tanto avrà sicuramente ancora dei chili da perdere, tutta salute.
Talvolta l’Aliena concede un momento di requie sottoforma di sonnellino pomeridiano (questo post è stato scritto grazie a un sacrificio umano fatto a Morfeo). Koris, che si era detta “seguirò le linee guida dell’OMS e la farò dormire solo nel lettino in camera sua”, ha ormai sbracato ogni proposito e lascia l’Aliena addormentata su qualunque superficie si trovi. Sdraietta, tappeti, pouf dall’imbottitura tossica, pavimenti, cesta dei panni sporchi, poco importa, à la guerre comme à la guerre. Del resto è uno dei pochi momenti che riesce a ritagliarsi per fare un quinto delle cose che si era riproposta.
Il pomeriggio è il momento dei segni di cedimento. Koris è provata, Aliena frigna. La cadenza dei pasti ogni tre ore salta, vengono sperperate tonnellate di latte in polvere, la casa si riempie di biberon lasciati a metà in luoghi assurdi. Si tenta una seconda sessione di “tummy time” che di solito termina in tragedia con Koris che teme di veder arrivare la polizia per disturbo della quiete pubblica. Alienottola si fa distrarre da sonaglini ed altri ammennicoli pagati a peso d’oro per cinque minuti all’ora, per il resto del tempo preferisce stare fra le Koris-braccia sbavare sulla maglietta.
Verso le sei arriva ‘thieu. Se è il giorno del bagno si dà luogo al rituale meno eco-friendly che si possa concepire, fra litri d’acqua richiesti per cinque minuti di bagno e quantità di rifiuti prodotta. Aliena ormai è carica come una molla, smania e strilla perché vuole non si sa bene cosa. “Secondo me ha fame” dice ‘thieu, immancabilmente. Ricomincia il balletto voglio-il-biberon-però-no, soltanto fra le braccia paterne. Koris si industria a prepare cena, uno dei pochi momenti in cui non ha neonati urlanti a meno di cinquanta centimetri.
Cena. Talvolta l’Aliena è benevola e si limita a fissare gli adulti dall’alto della sdraietta. Più spesso la benevolenza dura il tempo necessario a riempire i piatti, quindi si trasforma in odio verso l’universo conosciuto e non. Aliena passa a turno dalle braccia di ‘thieu a quelle di Koris, secondo chi ha finito prima. “Secondo me ha fame” ripete ancora ‘thieu, perché ormai gli orari dei biberon sono del tutto indicativi, un po’ come quelli di Trenitalia. Koris smette di combattere, si offre di lavare i piatti e spera nei dadi.
La fine della giornata può svolgersi in due maniere distinte e opposte. ‘thieu ci ha azzeccato, Alienottola aveva davvero fame e ora è ubriaca di latte; non resta che deporla nel suo lettino come se fosse una bomba pronta ad esplodere, quindi crollare in attesa delle richieste notturne, al massimo buttare al cesso un’oretta su Netflix. Oppure ‘thieu si è sbagliato, Alienottola non aveva fame, ha schifato i tre quarti del biberon e ora sta urlando il suo disagio intestinale a tutta Marsiglia. Si dà il via al grande circo dei massaggini, coccoline, carezzine, bestemmine, Koris e ‘thieu a turno. Aliena si calma a frazioni di secondo senza alcuna logica. “Secondo me ha fame” si lancia ancora ‘thieu, quindi arriva con un ennesimo biberon. L’Aliena se lo scola fino all’ultima goccia, quindi vomita a spruzzo con la gittata di un obice leggero (10 chilometri circa). Koris va a lavare qualunque cosa sia stato vittima di questo tsunami gastrico, tanto ormai non le fa più schifo nulla. Quindi prende in braccio l’Aliena stremata dalle sue performance, le canta una canzone metal acoustic-stonato version feat. Koris del tutto inadatta a una bambina di due mesi, e infine la depone nel lettino. Ove necessario lascia che sia l’ippopotamo luci&suoni regalato dai Maiores a terminare l’opera di rincoglionimento neonatale. Fine della giornata fino alla prossima richiesta notturna.
Quindi se il blog non viene aggiornato, immaginatevi un loop di giornate del genere, non ci andrete molto lontano.