Io non sono open source

Un altro post per la saga “prenderlo in culo con la rincorsa anche no, grazie” (citazione da un Orso politicamente scorretto).
Ieri pomeriggio, Koris lavorava con cervello cazzeggiante su articoli statistici di cui capirebbe meno di niente già in condizioni normali, figurarsi adesso che ha tatuato in faccia “don’t worry, be happy” ed è completamente incapace di risolvere qualunque problema.
Arriva il Replicante, ricevendo l’occhiata annoiata di chi non può più nuocere troppo. Un vulcano in cessata attività da sabato mattina.
“Senti, prima di andartene fai il debug del tuo codice e mandamelo per mail”
“Perché?”
Tipicamente Koris non chiede, Koris esegue. Ma un week-end di cazzeggio ha fatto rifiorire la ribelle sobillante, forse perché non può più esserle arrecato danno.
“Beh, non è bene che tutto il tuo lavoro vada perso”
“C’è la tesi, i risultati sono lì, il lavoro è finito”
“Sì, ma se qualcuno volesse riprendere l’analisi…”
E qui casca l’asino. Il sensore del piglianculo segnala un cetriolo in picchiata, pronto a volare basso.
“Chi dovrebbe riprendere un’analisi che ha già dato i risultati attesi, alias non abbiamo trovato un tubo?”
“Mah, un altro dottorando del futuro…”
Il sensore di cetrioli segnala che la quota si stabilizza attorno agli ottanta centimetri, pare un missile terra-aria dritto sul bersaglio. Meglio preparare la controaerea.
“Anche io ho ripreso l’analisi di quel cazzone di Didier, che ha fatto tanto casino che la metà bastava, eppure nessuno si è degnato di darmi i codici, che ovviamente erano perduti nell’oblio del centro di calcolo. Quindi perché io dovrei renderli disponibili urbi et orbi?”
Sì, Koris ci ha messo tre anni, ma finalmente ti ha preso a pisciare, come direbbe l’Amperodattilo. Quindi confessa, quanti articoli vuoi pubblicare appena Koris avrà alzato i tacchi?
“Sai, c’è la dottoranda Russa che non ha ancora un argomento di tesi ben definito…”
La dottoranda Russa ha la piacevolezza di una supposta all’arsenico. Arrivata con tre mesi di ritardo sul contratto, esperta nell’arte della leccata di deretano olimpionica, si atteggia a somma zarina del laboratorio senza poi in verità capirne granché. Fancazzista, per inciso. Incapace a scrivere due righe di codice senza supporto. Quella che il primo anno giunse qui e rifiutò qualunque tipo di analisi le venisse offerto perché “io voglio lo stesso argomento di mio marito”. Che fece il giro di tutti i dottorandi e i post doc, non già per chiedere aiuto, ma per farsi fare gli script perché “mica posso imparare a programmare!” (no, infatti, noi ci siamo fatti iniettare il C++, il bash, il python e in FORTRAN come in Martix). Koris la mandò particolarmente a stendere quando scoprì che le aveva ritardato il lavoro di un altro mese in quanto “non puoi mica pretendere che io giri uno script e guardi anche i file in output”.
“… quindi pensavamo che potesse riprendere la tua analisi”
“E per quale motivo?”
“Perch&eagrave; lei ha avuto un figlio e ha meno di un anno di contratto…”
Il figlio lo ha avuto perché “noi mica abbiamo mai usato nulla, non credevamo che succedesse veramente”. Infatti tipicamente il concepimento avviene infilandosi le dita nel naso, a quanto pare.
“… e siccome tu hai già fatto tutto il lavoro, non ci sarebbe che da rigirare tutto sull’ultimo anno di dati e farle pubblicare i tuoi risultati”
No, alt, scusa un attimo: io mi sono ridotta alla crisi di nervi per mesi per consegnare tutto a codesta fancazzista qui e farle pubblicare i miei risultati premendo un bottone? Io mi imputridisco il fegato e lei prende il prodotto finale, grazie e arrivederci? E poi cosa, passo a stirarle le mutande tutti i giovedì e cambio la lettiera al suo orribile gatto Sphynx?

sphynx

Già il fatto di aver comprato mille euro di obriorio del genere è di per sé eloquente. Persino Spin ha maggiore decenza.

Va bene, tocca generare una ragione fisica che non sia un femminista “il codice è mio, me lo gestisco io” oppure un più capitalista “qui nessuno è open source”. Un respiro profondo per non saltargli al collo e prenderlo a ceffoni.
“L’unica cosa che ha ancora senso fare in questa analisi, piuttosto che aggiungere un altro anno, è rifare il sistema di tracciamento”
“Ma è una procedura troppo lunga”
“Ben per quello che io non lo ho fatto. Ma aggiungere un anno in più non cambierebbe assolutamente nulla ai risultati attuali”
Silenzio, tensione, chi lascia è perduto. Koris sostiene lo sguardo. Lui fa spallucce. Koris-Replicante, 1 a 0, palla in centro.
“Vabbé, ne parlerò col suo direttore di tesi, del resto era solo un’idea. Però tu prima di andartene salva il codice da qualche parte che sia reperibile”
Orbene, Koris sta vagliando diverse opzioni:

  1. lasciare il codice disponibile, ma riempirlo di bachi peggio che una carcassa in decomposizione. Da debugger a bugger. In pratica si potrebbe rilasciare Windows Vista;
  2. fingere aria stupita e dire “io volevo solo provare, non pensavo che rm -rf * cancellasse veramente tutto”;
  3. buttarla sulla proprietà intellettuale: “Sono passati vent’anni e Warcraft non è stato ancora ufficialmente considerato abandonware. Quindi non vedo perché dovrei lasciarvi in eredità tutto questo popo di linee di codice, mentre sono ancora in vita”.

L’opzione “la miglior vendetta è il perdono” questa volta non verrà nemmeno presa in considerazione.

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20 thoughts on “Io non sono open source

  1. Cianuro 27 agosto 2013 alle 17:34 Reply

    Non so che tipo di libertà puoi concederti ma direi che la terza opzione sembra la più corretta. Quella dei bug non la prenderei nemmeno in considerazione, girerebbe per sempre per tutto il laboratorio la voce che il programma di Koris non funziona. Al limite se puoi proteggilo con password che solo tu conosci e che non dirai mai a nessuno.

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    • Yaxara 28 agosto 2013 alle 07:32 Reply

      Per ora esiterò fino all’ultimo momento. Vedo come si comportano, nel caso passerò tutto in binary, facendo finta che sia stato un incidente.

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  2. Fannes 28 agosto 2013 alle 03:33 Reply

    Come mi sento poco nerd, non sapendo programmare.
    Le russe sposate sono solamente dannose, quindi fai bene a non collaborare.

    Per quanto riguarda il post-rating:
    L’argomento è serio, ci sono spunti di riflessione sulla proprietà intellettuale e su possibili favoritismi all’interno di università, compaiono vocaboli di lieve impatto scurrile evitabili ma che non fanno saltare sulla sedia. Io direi che un quattordicenne può leggere.

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    • Yaxara 28 agosto 2013 alle 07:33 Reply

      La Russa meriterebbe un post a parte, ma lasciamo stare.

      LOL per il post-rating! Ma dubito che i quattordicenni leggano…

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      • Fannes 28 agosto 2013 alle 10:22

        Io sono quattordicenne dentro!

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  3. mezzastrega 28 agosto 2013 alle 13:46 Reply

    ho una cognata russa, sposata, adorabile. Ma non è ricercatrice.
    Ho anche un’ex cognata che pensava che i bambini li portassero le cicogne e che fossero estinte… foche pitonate!

    Dove lavoro io i dati appartengono all’Istituto e non a chi li ha raccolti e creati. E’ una stronzata.
    Non lasciare i tuoi codici. Non facili, almeno.
    Lascia qualcosa che loro non sapranno usare, così che la colpa sia loro e non tua.
    Sei mesi dopo si saranno arresi e tu sarai a posto.
    (anche meno di sei mesi)

    Non capirò mai perché una persona deve farsi il mazzo e gli altri poi pubblicano a loro nome…

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    • Yaxara 29 agosto 2013 alle 07:39 Reply

      Ecco, hai ragione su tutti i punti.
      Comunque non volevo fare di tutti i Russi un fascio, solo che ho lei come esempio e basta. Se mi si smentisce preferisco 😉

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  4. Opticalillusion 28 agosto 2013 alle 15:29 Reply

    Io non ho la più pallida idea di come funzionino i dottorati (dovrò bombardarti di domande in proposito un giorno), e men che meno della proprietà intellettuale delle analisi , ma non c’è un modo di depositare il tuo lavoro? Di rendere l’opzione 3 legalmente valida?

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    • Yaxara 29 agosto 2013 alle 07:29 Reply

      Eh, mi sto informando. Per quanto riguarda i dottorati, chiedi quando vuoi, ma (a parte che secondo me hai tempo, quando davo fisica II io il dottorato mi pareva lontano come la galassia di Andromeda) ti consiglio di chiedermelo fra un mesetto, in modo che io abbia smaltito la bile.

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  5. Celia 29 agosto 2013 alle 10:27 Reply

    No, scusa: ma sul serio nel vostro dipartimento c’è un archivio ordinato dei materiali (specie quelli non-cartacei) in cui è facile trovare la roba e non si perde mai nulla?
    Non ci credo.
    Fossi in te, non caricherei una beata mazza e darei la colpa al mostro nero che fa sparire i file (il mostro nero esiste, lo sappiamo tutti, è il fratello di quello che separa per sempre coppie di calzini amanti in lavatrice).
    No?

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    • Yaxara 30 agosto 2013 alle 07:17 Reply

      LOL, no, nessun archivio ordinato. Solo uno spazio personale in cui ognuno mette la sua roba alla rinfusa. Solo che nello spazio del laboratorio tutti hanno accesso ai file di tutti, al centro di calcolo no.
      Il mostro nero che mangia i file esiste eccome. Abita nel mio account, suppongo.

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  6. vidaemquadrinhos 29 agosto 2013 alle 21:49 Reply

    Salva il file in un formato sbagliato! Non ho capito bene come funzionano i programmi che usate voi, visto che io oltre l’ accatiemmelle non vado 😀 ma ci sarà qualcosa che non si può aprire (o che da aperto è incomprensibile), no?

    Un giochino che fanno gli studenti di architettura se devono consegnare qualcosa per mail a mezzanotte e non hanno finito: salvano i disegni in una versione assurda del programma, troppo moderna / troppo antica, oppure in un formato che non si apre nemmeno se preghi in aramaico, e quando il giorno dopo il professore risponde “non riesco ad aprire il file, bischero, che mi hai mandato?!!!111” si scusano dicendo che proprio non si sono accorti di aver sbagliato il formato e inviano prontamente quello corretto. Su cui, ovviamente, hanno passato la notte insonne nel tentativo disperato di finire 🙂

    Ps. A breve ti manderò un’altra drammatica mail, anche se dopo aver letto ‘sti post a tema fisica – programmazione sto morendo di imbarazzo 😀 Cioè… bravissima. Non sai come ammiro voi che riuscite a comprendere tutto ciò.

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    • Yaxara 30 agosto 2013 alle 07:22 Reply

      Un giochino simile si faceva anche da noi al momento della consegna tesi in segreteria, che era da consegnare millemila anni prima della discussione. Solo che era da consegnare su cd. Il segreto stava nel consegnare un cd rovinato per guadagnare tutti i giorni che la segreteria avrebbe impiegato per accorgersene.

      No problem per le mail, spero di esserti utile. E non c’è da imbarazzarsi, la verit&agreve; è manco noi capiamo queste cose, ma abbiamo imparato le parole giuste per tirarcela in materia 😉

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      • Celia 30 agosto 2013 alle 09:27

        Da noi non serve nemmeno mentire.
        Di solito il docente ha DAVVERO una versione del programma troppo obsoleta per aprire il file. Oppure ha un mac e non si premura di caricarsi openoffice.
        Poi ci sono quelli che richiedono il cartaceo, e lì puoi solo dare la colpa al segrebidello che si perde i plichi (cosa che accade frequentemente, fra l’altro).

        Insomma, rendigli la vita difficile!

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  7. annika lorenzi 4 settembre 2013 alle 11:46 Reply

    oddio. un gatto egizio!

    inquietante!

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    • Yaxara 5 settembre 2013 alle 07:24 Reply

      Appunto! Il bello del gatto è il pelo, questo coso grinzoso… sembra a mala pena un micio!

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  8. Quella del Sangue di Porco 6 settembre 2013 alle 06:36 Reply

    “non pensavo che rm -rf * cancellasse veramente tutto” è la stessa logica con cui ha procreato: usala senza scrupoli 🙂

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    • Yaxara 6 settembre 2013 alle 06:55 Reply

      Precisamente quello che pensavo. Lei procrea, io distruggo i file! Sono diabbbbbbolica.

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  9. Tetto 9 settembre 2013 alle 11:45 Reply

    Ok, spezzo una mezza lancia in favore della procreatrice. Nel senso che quando ti trovi il fagotto tra i piedi, ci sta di cercare una scorciatoia ai tempi biblici richiesti dai vari relatori (io telefonai dalla maternità, per richiedere nel piano di studi la sostituzione dell’esame di greco con un altro!! e quando la sostituzione non fu approvata dalla commissione, mi presentai alla responsabile col pupetto nel marsupio per rendere chiaro il motivo che mi spingeva a insistere)
    Qui però finisce la comprensione. Scorciatoia sì, ma non nel senso che ti prendi il lavoro di un altro. Al limite puoi fare la tesi su un argomento più “semplice”, prendendoti però anche i lati negativi della cosa (tipo che tale argomento non frega a nessuno, che la tesi risulta una cagata ecc…)
    Quindi, come ti hanno già detto altri, fai in modo che i dati non risultino utilizzabili. Se la vedano Russa e relatore!!

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    • Yaxara 10 settembre 2013 alle 21:50 Reply

      E io capisco la comprensione, ma non che si pigli il pacchetto pronto senza controindicazioni, che qualcun altro ci si è logorato nel frattempo. Per altro fosse almeno simpatica…

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