L’effetto zen del cazzeggio

È una sensazione che non si provava da un po’, verosimilmente quei quattro o cinque mesi, dal giorno in cui il Replicante si svegliò il venerdì santo dicendo “ma tu quest’anno devi finire!”. Che poi uno sperava che la vita sociale morisse il venerdì santo e risorgesse a pasqua, ma invece no, anziché tre giorni ci ha messo quasi cinque mesi, fuori tempo massimo.
È una sensazione quasi fisica, che si prova a livello della fronte, sentendosi finalmente la testa leggera, vuota, quasi che il cervello si fosse svuotato all’improvviso e galleggiasse. E anche il respiro, che ora arriva fino in fondo, i nervi delle dita che si distendono, le budella che non si attorcigliano.
Il week-end solitario è stato consacrato a non fare assolutamente niente di produttivo. Indolenza allo stato puro, tempo buttato via, altra legge io non ho che il mio capriccio. Si guarda un pezzo di una serie. Si cazzeggia su internet. No, si suona un po’ il flauto. Si gioca un po’ a Path of Exile. Si dorme un po’ che ho un debito di sonno senza sogni che, se fosse economico, sarei la Grecia. Si cerca un abandonware perché la dotazione di bordo quanto a pc lascia un po’ a desiderare. Si va all’ultima serata del cinema all’aperto per mantenere un sospetto di socialità.
La cosa più produttiva è stata la preparazione di una torta, impasto al cioccolato e cocco, forma ad interpretazione. Koris la intendeva come una torta a farfalla, ma sono state fatte le seguenti interpretazioni: un fiocco, due pesci legati per la coda, un orbitale atomico p, l’atollo di Bikini dopo un’esplosione sperimentale. Più che una torta, un test di Rorschach al cocco e cioccolato.

Torta

Torta di Rorschach, la preferita degli psicologi. E voi cosa ci vedete?

L’altra cosa produttiva è stata recuperare Marvin dal regno degli inferi open source in cui l’ultimo aggiornamento di Archlinux lo aveva precipitato. Due ore di imprecazioni assortite a colpi di chroot e live cd, intervallati dal mantra “la prossima volta Debian all the way”. Ma ora è vivo e lotta insieme a noi, coi suoi potentissimi 256 Mb di RAM.
E così, mentre tutti sentono crescere lo stress da rentrée e fine delle vacanze, Koris ha un umore alla Bob Marley e un ghigno che pare suggerire “Dont’ worry, be happy” (no, la torta non era una space cake, tranquilli). E ha l’impressione che tutto vada bene, almeno finché uno dei suoi esaminatori non si farà vivo dicendo “Questa tesi fa così schifo che la ho usata come portacenere” (Bazilla op. cit.).
Come se non avesse più paura di nulla e le ansie si fossero dissipate all’improvviso.
Perché per il dottorato il peggio è passato e ormai non dipende da Koris che in parte.
Perché Koris ha un lavoro per il dopo, che è molto più di quanto altri abbiano, e anche se è solo per un anno, in un anno possono succedere molte cose. E poi un anno pagato è sempre meglio di nulla.
Perché la presenza eterea è ancora lì, anche se non sarà per sempre e non ci sarà il lieto fine, ma bisogna preoccuparsene più di tanto, perché è vero che “on ne peut juivre que au present” e nella vita i piani quinquennali non servono. Quindi quam minus credula postero.
Quindi attualmente Koris è in ufficio, con l’umore da carone Disney di seconda categoria e la produttività di un’impiegato all’agenzia delle entrate di Merdopoli. Ma va bene così

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6 thoughts on “L’effetto zen del cazzeggio

  1. Nathan 2000 26 agosto 2013 alle 09:04 Reply

    Allora… mi pare di averti già detto che dovresti utilizzare questa tua dote di persona “scrivente” (ed anche in maniera efficacissima) per provare a scrivere per farci su dei soldini… e questo ti auguro di tutto cuore: perché leggerti è sempre un piacere!!! 🙂

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    • Yaxara 26 agosto 2013 alle 09:27 Reply

      Grazie, ma la risposta è un po’ più complicata. Appena posso magari ti scrivo 😉

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  2. Fannes 26 agosto 2013 alle 09:20 Reply

    Io ci vedo del cibo, la forma non è importante. Però cocco e cioccolata potrebbe stuccare, occhio! 🙂

    In ufficio io sono molto produttivo per quanto riguarda il commentare i blog!

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    • Yaxara 26 agosto 2013 alle 09:23 Reply

      Vabbé che il mio beta tester non è affidabile perché quanto a dolci ingurgita qualunque cose e in quantità allucinanti, però sono riuscita a farla abbastanza leggera. Contando soprattutto che la ricetta era un po’ a cappero.

      La produttività in fatto di commenti ai blog è sempre altissima anche qui!

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  3. mezzasstrega 27 agosto 2013 alle 13:10 Reply

    a me sembra una versione dolce del buttefly effect di una HiRes Manometry 😀
    Quelle che per te sono le ali inferiori, non ti dico cosa sembrano…

    La prossima volta ritaglia su un foglio di carta da forno la forma che vuoi dare alla torta e poi segui la sagoma, verrà benissimo (ho un’amica che produceva torte che avrebbero fatto invidia al boss delle torte, e senza pasta di zucchero e crema di burro. E le faceva con le sagome).

    Il lavoro per l’anno è ancora col Replicante?

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    • Yaxara 28 agosto 2013 alle 07:29 Reply

      Non investigherò troppo sulle ali inferiori 😛

      Non ho usato una sagoma, ho semplicemente fatto la torta tonda e poi la ho tagliata. Solo che la simmetria non è il mio forte. Ma ci riproverò, magari con un impasto meno friabile (l’impasto in compenso era buonissimo ed è stato apprezzatissimo, e in fondo è questo che conta).

      Il lavoro dell’anno prossimo è con un altro capo, su un altro campus. Se fosse col Replicante mi sarei già trasferita a coltivare zucchine sulle Ande.

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