Analfabeti di andata e ritorno

Una profonda riflessione in attesa del bus di ritorno dal lavoro, dopo una giornata pregna di stronzate, ha dato il seguente frutto: non si può ritenere responsabile un analfabeta primario. Un analfabeta sola andata, insomma. Non può essere colpa sua se è nato in uno sperduto villaggio nel cuore dell’Amazzonia e non ha mai provato la gioia della parola scritta. Si può quasi considerare una questione di casi della vita, se non di cultura.
Ma per l’analfabeta di ritorno no, non c’è nessuna scusa. Perché l’analfabeta di ritorno è un individuo che ha avuto il privilegio della scolarizzazione, ma che non se n’è fatto niente: lo ha lasciato scadere come la mozzarella di fine estate in frigo. E si ritrova a un’età post-scolarizzazione (ma anche post laurea) che dal punto di vista culturale somiglia piuttosto a un’era post-atomica, post-apocalittica, post-it perché la sua attenzione non tollera concetti più articolati.
L’ultimo libro che letto era il manuale del dvd recorder. Solo che non lo ha capito e ha cercato un tutorial su youtube. Tipicamente è un aderente trasversale della filosofia di Callimaco secondo cui “grande libro, grande disgrazia”. Ma trattasi di aderente a sua insaputa perché Callimaco difficilmente passa in prima serata.
L’analfabeta di ritorno, ça va de soi, non legge. Ma ha sicuramente un amico/a/um che legge tanto perché lo ha visto trascinarsi l’ultimo Dan Brown a spiaggia. Del resto l’analfabeta funzionale difficilmente conosce altri autori. Per lui Zola non si chiamava Emile, ma Gorgon.
Il peggio di questa nutrita categoria è l’analfabeta funzionale ricco. Quello che avrebbe un conto in banca abbastanza nutrito da potersi permettere quanto meno la biblioteca di Alessandria in edizione economica. E ne avrebbe ancora per giocare a chi lo ha più grosso, intesa come tenzone dello schermo tv.
Ma no, la cultura non fa businness, litterae non dant panem e qui si vuole mangiare caviale del Volga. Chi ha tempo di mettersi a leggere le stronzate di qualche intellettualoide mangiapane a tradimento, quando c’è da farsi vedere al tennis club o aggiornarsi sull’ultima partita per alimentare lo smalltalk al caffè? E poi “ci pensi che orrore, un salone pieno di libri?” (frase realmente udita, lo si giura sull’header del blog). Comprati il kindle, imbecille! Ah, no, che magari lo scambi per l’iPad e lo porti in assistenza perché non riesci a giocare a Farm Heroes Sticazzi.
Se esistesse una giustizia (non necessariamente divina, basta e avanza quella terrena), gli analfabeti di ritorno dovrebbero restituire in moneta sonante l’importo totale speso dallo stato per farli studiare e farli passare indenni attraverso il sistema scolastico nazionale. Tanto, come direbbero loro stessi per primi, sono stati investimenti a perdere.

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6 thoughts on “Analfabeti di andata e ritorno

  1. rO 29 settembre 2015 alle 19:42 Reply

    In buona parte hai descritto mio padre, Dan Brown e laurea compresi. Bah.

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    • yaxara 30 settembre 2015 alle 08:32 Reply

      Absit iniuria verbis 🙂 Io volevo descrivere i miei capi e quando mi prendono i cinque minuti non mi tengo, letterariamente parlando. Scusa 😦

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  2. fradicuneo 30 settembre 2015 alle 11:02 Reply

    I proprietari della casa dove vivo sono esattamente cosí. Quando siamo entrati in casa c’era qualsiasi confort immaginabile (almeno nella nostra immaginazione) ed inimmagginabile (che non sto qui a dire), ma ci siamo dovuti comprare la libreria…

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    • yaxara 30 settembre 2015 alle 11:47 Reply

      E sono pure internazionali, questi individui… 😦

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  3. Mezzatazza 3 ottobre 2015 alle 11:26 Reply

    Su “Callimaco” mi son distratta e adesso vado a vedere chi è, ma su Wikipedia 😬

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    • yaxara 3 ottobre 2015 alle 12:35 Reply

      Ho messo il linkio? Se no mi dispiace e adduco come scusa il cagacazzismo della gentaglia che ha studiato greco. Son cose che segnano le persone…

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