Nonostante Koris continui ad avere dei dubbi e a raccontarsi “c’è tempo” come i peggiori procrastinatori, le probilità che il parassita alieno diventi davvero una personcina in miniatura aumentano, quindi bisogna iniziare a correre ai ripari. O quanto meno organizzarsi. Pur essendo incapace ad arredare persino le casette in The Sims (ricordiamo che è specialista della casa senza bagno), Koris sta cercando idee su come arrangiare lo spazio di casa. Celia ha consigliato di prendere spunti da IKEA Hacks, sito di customizzazione di mobili IKEA. E a Koris è venuto subito in mente l’Amperodattilo, che in questa materia è un’autorità, fin dal principio. E il principio fu il letto a castello.
Questa è una storia dello scorso millennio, una memoria familiare nonché un monumento all’eternità, dato che il letto in questione è vivo e lotta assieme a noi.
Siamo nell’anno 1998. Koris e Orso condividono una stanza della folle superficie di nove metri quadri, come giacigli hanno un letto a ponte (di Koris) e una rete più corta customizzata caso strano dall’Amperodattilo (di Orso). Nonostante le dimensioni ridotte, Koris inizia a tirare craniate nel letto a ponte; Orso, di crescita più lesta, spunta coi piedi dal materasso. Non c’è alcun modo di far stare due letti normali, più un armadio, più una cassettiera, più uno spazio vitale in quei nove metri quadri. Traslocare alla ricerca di camere vergini da conquistare non pare un’opzione allettante.
L’Amperodattilo, già interior designer da anni senza saperlo, si scervella alla ricerca di una soluzione che non preveda vendere uno dei figli al mercato nero (prima dell’era internet non era cosa facilissima) e decide di sfruttare i vantaggi della verticalità: mettiamo un letto a castello. Facile a dirsi, non facilissimo a farsi. Ricordiamo ai più giovani lettori che ci troviamo in un’epoca buia in cui Netscape Navigator era segreto di pochi, non esisteva la pratica “cerco su google idee letto a castello”. No, si va per cataloghi di mobilifici locali, per sentito dire, per botte di culo.
Tuttavia le divinità nordiche fra cui Odino sorridono benevole alla famiglia: il caso vuole che il primo primissimo negozio IKEA ha aperto sulle sponde di Valinor. L’Amperodattilo lo considera subito uno dei suoi posti preferiti, anche perché l’idea di poter montare i mobili con le sue stesse mani è una sorta di sogno che si avvera. Per inciso c’è da ammettere che la qualità dei mobili IKEA dell’epoca non ha niente a che vedere con affare-pericolante-in-truciolato di oggi, per cui l’amore dell’Amperodattilo è quasi giustificato. Così, mentre Orso e Koris fanno incetta di matitine senza una ragione evidente, l’Amperodattilo trascina U Babbu nel settore letti alla ricerca di un giaciglio a castello per i due pargoli. E lo trova anche: si chiama Vradal, è abbastanza alto perché il pagolo di sotto non si apra il cranio alzandosi, ha una sponda perché il pargolo di sopra non si suicidi cascando. Ma come tutte le cose belle ha un difetto terribile ed è la scala, ad angolo perfettamente retto, pronta a trasformarsi in una trappola mortale ad ogni pisciata notturna. Forse non è cosa.
Mentre l’Amperodattilo rimugina, si fa il giro di tutti i mobilici della riviera merdopolese, ma non c’è niente che soddisfi il suo designer interiore e niente che non abbia un costo assai elevato in valuta ormai fuori corso (tanto per ricordarvi che siamo nel secondo millennio). Insomma, per farla breve, l’Amperodattilo vuole Vradal e Vradal avrà, dovesse fare patti con divinità infernali svedesi. Seguono serate di studi attentissimi con i cataloghi IKEA come unica bibliografia, l’Amperodattilo aguzza l’ingegno: Vradal ha una versione letto a soppalco la cui scala non è verticale, bensì inclinata con comodi gradini. Le dimensioni sembrano compatibili con Vradal letto a castello. Alcune scorribande all’IKEA di Valinor si rivelano necessarie per arrivare al verdetto, l’Amperodattilo dà luce verde all’operazione: si può fare.
Siamo ormai all’inizio dell’estate, dettaglio non trascurabile, quando la famiglia al completo si presenta per l’acquisto finale di Vradal a castello più Vradal sponda a soppalco, guest star due materassi di misura. L’Amperodattilo si presenta al deposito mobili con un carrello fra le mani e le peggiori intenzioni. Si impadronisce di un commesso a cui commissione l’ordine. Il commesso tergiversa, dice che forse non si può fare, tuttavia niente può arginare l’Ampero-determinazione. Le misure sono prese, quagliano, ed è ancora un’epoca in cui si può comprare un pezzo di un mobile ove previsto, quindi l’ordine su questo carrelli, rapidi. Il commesso esita ancora.
“Ma lei lo sa che le restano i buchi sulla sponda del letto se non monta la scala corrispondente al modello?”
“I buchi sono affar mio, voi pensate a fare delle scale che non siano omicide”
Ci si avvia quindi alla cassa sotto lo sguardo del commesso, che si aspetta di veder tornare la famiglia sconfitta e ridotta a più miti consigli. Non avrà questa soddisfazione.
Si caricano i vari componenti scatolati e materassati su una delle macchine preferite di U Babbu, il Suzuki Santana decappottato, feature non trascurabile perché altrimenti sarebbero stati fringuelli per diabetici a trasportare il tutto. Koris ricorda una traversata epica sul sedile dietro, fra i pezzi di Vradal, mentre il Suzuki sfrecciava nel crepuscolo sulla corsia di destra dell’Autostrada dei fiori, in direzione di Merdopoli. Il montaggio del Vradal customizzato durò fino a mezzanotte e Vradal istesso è ancora una colonna portante della camera merdopolese di Koris e Orso. Anzi, persino l’IKEA finì per dotare Vradal a castello della scala inclinata, pur senza accreditare l’idea all’Amperodattilo.
Ora, Koris non sa se il parassita potenzialmente in arrivo avrà bisogno di mobili hackerati affinché siano più funzionali. Ma nel caso fa comodo avere nonnAmper fra i designer a portata di mano.