Il piano ben riuscito, com’è ovvio, era una sorta di vaso di Pandora pronto ad aprirsi per riversare se non sciagure, almeno disagi. Andiamo per sommi capi che di capi sommi non ne abbiamo (ma ci arriviamo dopo).
L’opera da aristocratici a Versailles ne è valsa la pena, ma del resto era ‘thieu-garantito e ‘thieu per la musica pre-1820 ha fiuto. Koris non entra nel merito del commento tecnico perché non ne è in grado, quindi si limiterà a osservazioni di costume. Il pubblico del barocco per fortuna è molto eterogeneo, c’era la tizia in lungo con abito rosso e marito in completo, accanto a chi andava al teatro reale di Versailles in sneakers; poi c’era Koris che fuori tempo massimo s’è accorta che il maglione era diventato corto di maniche ed l’ha messo lo stesso perché, appunto, era troppo tardi. I gabinetti a Versailles sono nel seminterrato, ai piani superiori bisogna accontentarsi di andare “dietro una tenda” (‘thieu dixit), come secondo la migliore tradizione. Però ci si sente un po’ fichi perché Versailles di notte fa la sua porca figura, anche se nel cortile principale ci sono tre gradi e un vento umido assassino.
Ma siccome le cose belle hanno bisogno di un contraltare circa subito, il treno del ritorno verso il sole mediterraneo è stato miseramente soppresso dallo sciopero selvaggio. Nonostante tutte le combinazioni lineari di cambi e i sacrifici umani a Ermete Ferroviario, è parso subito chiaro che sarebbe stato difficile rientrare domenica, o quanto meno rischioso. Lo sciopero doveva terminare alle 8 del lunedì, ma per quell’ora Koris avrebbe dovuto lavorare. E comunque non risultavano treni disponibili perché è stato un week-end di anarchia ferroviaria. La soluzione migliore era un treno in partenza alle 17:45 da Marne la Vallée, ma la pariginitudine di ‘thieu non gli permette di considerare stazioni al di fuori del périf. Koris ha trovato due posti in extremis su un Ouigo alle 14:30, cercando prima di districarsi fra biglietti non rimborsabili e posti a scomparsa, poi di convincere Capo Giuseppi che le serviva il pomeriggio di ferie per avere una speranza di tornare a casa. Lo Ouigo in questione si è rivelato essere una sorta di carro bestiame stipato all’inverosimile e con una variegata popolazione, degna di uno studio antropologico sul popolo del post-sciopero. Poteva andare peggio, la tratta poteva essere opeata da Trenitalia (e adesso si può, nessuno è più al sicuro). Koris ha iniziato a sentirsi meglio verso Lione, quando all’orizzonte è comparso il Vercors innevato e un quindi un rilievo che non fossero i venti metri di dislivello della Butte Aux Cailles; puoi togliere un umano dalla Liguria, ma non puoi togliere la Liguria dall’umano, anche per questioni che non riguardano la gestione delle finanze.
Tornata in ufficio del suo solito gaio umore (cit.), Koris è stata presa a parte dalla Collega Veg che aveva bisogno di fare le sue rimostranze. Non su Koris, su Capo Giuseppi, il quale giusto la settimana prima aveva indetto una riunione “per decidere come trattare i rapporti con i tizi esigenti dell’altro laboratorio” (riunione proposta da Koris, a cui Capo Giuseppi aveva risposto “preferisco vedervi singolarmente, altrimenti se non siete d’accordo non so chi ha ragione”, poi deve aver cambiato idea). Alla riunione si è discusso, si era tutti piuttosto d’accordo e al momento di sintetizzare una linea d’azione Capo Giuseppi ha deciso… di non decidere. “Tengo per buone tutte le vostre proposte e me le sono annotate, nel frattempo aspetto” ha dichiarato. Cosa voglia aspettare, se Babbo Natale, Godot o la morte termica dell’universo, non è dato sapere. Collega Veg era piuttosto inquieta.
“I tizi esigenti dell’altro laboratorio mi hanno chiesto di andare a fare una presentazione da loro a gennaio”
“E Capo Giuseppi cosa ha detto?”
“Di fare il possibile”
“Il possibile nel senso di fare il lavoro lo stesso anche se nessuno lo ha preventivato, oppure di consegnare le cose così come stanno?”
“Ah, questo non l’ha specificato”
“Dovrebbe specificarlo”
“Quindi tu andresti da lui e gli chiederesti di essere esplicito?”
“E se non è esplicito non farei proprio un tubo, anche basta lavorare facendo finta che sia tutto facile e immediato, no?”
“Giusto, se non prende una decisione peggio per lui”
Ora, fino a qualche mese fa Collega Veg non aveva alcuna stima di Koris, eppure adesso ne cerca il consiglio. Contro Capo Giuseppi. Del resto un sacco di gente non è proprio entusiasta del kafféeeeeeee management e qualcuno lo ha detto a Koris. Perché a Koris, che è fra gli ultimi arrivati, non è dato sapere. Forse sperano che si crei una situazione da tardo impero romano, con le legioni che spodestano la persona al vertice, solo che Koris non ha nessuna voglia di assumere la testa della congiura. Poi qui non ne vale la pena.