Cottura al ghiaccio

Koris non frequentava un ghiacciaio, se va bene, dal 2001, quando in vacanza coi Maiores era andata fino al fronte del ghiacciaio del Morteratsch. Ora che ci pensa ci sarebbe anche il Plateau Rosa a Cervinia nel 2007, ma visto che ci si arriva sopra in funivia ed è pieno di gente, Koris lo considera troppo mainstream per essere un vero ghiacciaio.
I ghiacciai costano fatica, sudore e bolle sui piedi. Più una certa dose di autolesionismo, sarà per quello che Koris li adora.
Quindi Koris ha cominciato a stressare chiunque le stesse attorno e fosse recettivo per essere prontamente riportata su un ghiacciaio.
I Maiores declinarono dicendo “c’abbiamo un’età”.
Il fratello Orso ne ebbe abbastanza dopo l’esperienza delle creste del Monte Carmo e si defilò dicendo “belin!”.
Gli amici collegiali fissavano Koris attoniti con lo sguardo del “Esepoitenepenti?”.
Il Senzaddio glissò dicendo “io sono un uomo di mare, su quei sassi non ci voglio salire”.
Il SonnoDellaRagione snobbò dicendo “non c’è niente di interessante su un ghiacciaio, non vedo veramente alcuna ragione per andarci”.
Poi venne ‘thieu.
E venne il Glacier Blanc nel Parc National des Ecrins.

glacierblanc

Ed semplicemente bellissimo.

A Koris stava venendo la sindrome di Stendhal a quasi 3000 metri di altitudine, mentre saltellava come una capra da una roccia all’altra, come quando aveva cinque anni e i ghiacciai così grossi e lei così piccola. E si è innamorata di nuovo (del ghiacciaio, ma anche di ‘thieu che permette tutte queste follie).
Insomma, Koris si è cotta al sole del cielo alpino, nonostante i chili di crema spalmati più e più volte, con gli occhi a cuoricino nonostante il riverbero.
E ha deciso di non far passare altri quindici anni di qui al suo prossimo ghiacciaio. Ma la prossima volta vuole andarci con ramponi e picozza.

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